[ARTICOLO DI SHACKLETON]
1 Come ogni articolo che si rispetti, è bene cominciare dall’inizio e la cosa non è sempre così scontata come si crederebbe: Zoro è uno spadaccino che “impugna” 3 spade(!) e ha i capelli verdi. Sembra che ormai ci siamo abituati all’aspetto di uno dei personaggi che all’inizio del manga fecero maggiormente impatto ai nostri occhi.
Sappiamo che uno dei tratti distintivi di One Piece è l’aspetto singolare e stravagante del suo mondo e dei suoi personaggi, Zoro è uno di questi, nonostante la nostra familiarità. Da collocare rigorosamente nella categoria figa.
C’è sicuramente capitato di vedere pirati che tengono tra i denti pugnali mentre si lanciano con le funi all’arrembaggio di una nave nemica ma credo che la maggior parte di noi non avesse mai visto prima di Zoro, un personaggio che impugna tre spade, tenendo la terza stretta nel morso.
(E poi diciamolo, quanto fanno pendant i tre orecchini con le tre spade. Non solo abbina il colore dei vestiti ai capelli ma cura anche gli accessori: Zoro maestro di stile!)
Un mio amico dalla famiglia discutibile e con le sopracciglia a forma di 6 dice semplicemente che è una testa d’alga…
2 Vi chiedete come sia possibile che mentre eravate alla ricerca di un sito di belle donnicciole con tutto de fori vi siate improvvisamente ritrovati su questa pagina a leggere il presente articolo? Me lo chiedo anch’io ma prima devo capire come ho fatto ad essere arrivato in questo covo di agguerriti ceffi dell’ISIS
3 I duelli. Dal punto di vista prettamente estetico i suoi duelli sono forse i più belli di tutto il manga e anche i più canonici. Volendone ricordare uno, mi viene in mente su tutti quello contro Ryuma andato in scena su uno dei tetti del palazzo di Thriller Bark. Allo stesso tempo, però, molti dei sui duelli hanno anche rappresentato un’occasione persa, soprattutto dal passaggio nel nuovo mondo in poi(questo lo approfondiremo in un prossimo articolo). Su Saobody dopo il Time Skip, Zoro aveva fatto la sua comparsa in grande stile tagliando in due una nave, con chiaro rimando Mihawk e alla sua prima clamorosa apparizione a Baratie. Dopo quel momento però, nessun duello di nota, solo un paio di grandi tavole come quella del drago a Punk Hazard e quella del fendente decisivo a Pika. Magari è per precisa scelta che fino ad ora il nostro spadaccino abbia solamente passeggiato sui suoi nemici, magari ha sofferto il fatto che aumentando i personaggi della scena, Oda abbia dovuto sacrificare qualche combattimento per farli entrare tutti ma rimane che da un po’ avvertiamo l’assenza del suo solito peso.
Siamo certi che su Wa verremo ripagati dell’attesa.
4 Genesi di One Piece. Ormai è da più di qualche anno che è uscito il numero speciale rosa “Wanted!” in cui Oda ci rivela alcune delle sue storie disegnate da giovane prima di OP, nello specifico le prime da disegnatore indipendente che hanno fatto da palestra per il grande Manga.
Tra queste ne compare una dal nome “Monsters” (“cercavo qualcosa che terminasse con la desinenza inglese – ters […]). E la storia di un samurai vagabondo e di un paladino, che ruota intorno all’uccisione di un drago: “ero molto ansioso di cominciare la storia perché la mia ossessione era quella di arrivare al più presto alla fine per raffigurare l’uccisione di un drago con una grande vignetta su due facciate!”. In questa, così come nelle altre scelte per il numero speciale, possiamo già scorgere alcuni dei temi più cari al mangaka, su cui fonderà l’impianto di One Piece. L’essere particolarmente legati ad un bene che esprime un significato profondo, in questo caso la preziosità della spada che racchiude lo spirito dello spadaccino (anche se poi viene utilizzata come pretesto per una sfida); il senso della lotta legato ad un fine nobile (secondo il proprio sistema di valori) e opposto al concetto di “eroe” inteso come fama; il ribaltare tutte le credenze indotte al lettore alla prima apparenza. Questi sono quelli in maggiore rilievo.
Ciò che interessa di più a noi nel punto 4 è, però, l’esercizio su cui poi verranno plasmate le figure di Zoro e Mihawk. Il nostro spadaccino con la panciera, nell’aspetto somiglia al vagabondo; Occhi di Falco al paladino seppur con caratterizzazioni profondamente diverse.
Zoro è stato quindi uno dei primi personaggi ad essere stato immaginato da Oda, seppur in una forma prodromica. Curiosamente a me sembra di scorgere anche una marcata somiglianza tra il volto di Zoro e quello del padre della bambina, unica superstite alla furia del drago. Ah, il drago! Ci sono ancora due riferimenti che ricollegano il numero rosa allo spadaccino verde. Se il punto 4 finora vi ha interessato e l’avete ripescato per consultarlo, avrete anche notato che al termine della storia non ci viene dato modo di conosce il nome del “vagabondo”. Ebbene, come Tosky mi ha ricordato, si tratta proprio di Ryuma, citato nel punto precedente. Insomma, uno scontro tra Zoro e il suo prototipo per la legittimazione al possesso della Shusui e dello spirito del guerriero. Il tutto gentilmente offerto dai poteri miracolosi del frutto di Moria e dalla folle capacità di Oda di manipolare ogni cosa per creare legami sorprendenti e riscrivere passati. Ryuma è, perciò, un leggendario guerriero di Wa che si racconta abbia sconfitto un drago. Adesso provate a confrontare la tavola del numero “Wanted!” con quella del drago di Punk Hazard!
5 Quei momenti in cui in situazioni di estremo pericolo si risveglia la sua belva famelica che solo i pugni di Nami riescono ad acquietare: scellerato!
6 Zoro cosa diavolo aspetti a fare il primo passo con Robin, tutta la community conta su di te! (Con buona pace della povera Tashigi)
7 Le Cicatrici, l’Orgoglio e la Spada stretta tra i denti.
Ciò che vi dirò potrà sembrare strano a molti di voi. Pur facendo parte del celebre monster trio della ciurma, considero Zoro uno dei più umani tra i mugiwara, sia per le sue sfumature caratteriali che per i “limiti fisici”.
So benissimo che adesso vi staranno passando in rassegna immagini di fendenti che fanno a fettine edifici, navi, draghi e starete storcendo il naso, ma per questo cercherò di spiegarmi al meglio.
Partendo dalla premessa che come Zoro anche la maggior parte dei protagonisti che calcano la scena delle vignette di One Piece compiono gesta straordinarie, ne dovrebbe discendere che questi normali limiti di natura (costantemente superati), tutto sommato, non esercitino poi un ruolo così rilevante nella storia. Una eccezione, tuttavia, potrebbe esser rinvenuta proprio nel caso dello spadaccino. Tra tutti i mugiwara ma non solo, ho l’impressione che sia uno dei pochissimi rispetto al quale questi limiti ci vengono mostrati, pur se nell’istante prima di essere surclassati.
Zoro, come pochi altri personaggi ci viene mostrato in modo abbastanza costante anche nello sforzo dell’allenamento, nelle sopportazioni psicologiche dei fallimenti e nello scontro con i muri, all’apparenza invalicabili, che ha da superare.
Tutti gli altri sembrano oltrepassare detti limiti più per proprie capacità come Sanji (che non abbiamo mai visto allenarsi o tormentarsi) o per atto di strenua volontà come Luffy (i cui allenamenti sono più occasionali). È certamente ovvio che per logica tutti si siano sottoposti ad un allenamento ma la differenza è che quelli di Zoro sono gli unici che ci vengono mostrati e che lo caratterizzano tra i mugiwara. L’unico momento in cui gli altri, per un istante, sembrano essere toccati da ciò che a Zoro è accaduto in più di una occasione è la disfatta di Saobody.
Durante i periodi di navigazione, i personaggi ci vengono rappresentati, in genere, per lo stereotipo che rappresentanto: le gag non si discostano quasi mai dai ruoli. Sanji cucina per le donne della ciurma trascurando gli altri; Lufy compie cose insensate ma sempre con estrema convinzione; Robin è dedita allo studio e solo da pochi capitoli dispensa rari sorrisi sottili; Chopper quando non c’è nessuno da curare, fa gruppo con Usopp e Brook; Franky accenta con la sua mimica e personale vena comica le uscite degli altri; Nami unica custode di ragionevolezza cerca di dare una direzione, in tutti i sensi, a questa banda di sgangherati (a suon di pugni in stile Garp, se necessario). In ultimo c’è Zoro che quando non è ubriaco o raccolto in se stesso, ci viene mostrato impegnato in allenamenti durissimi. È l’unico che appare in questo atteggiamento che inoltre ben si combina con i suoi moti interiori e profondissima ambizione.
Zoro, non nasce vincente anzi, paradossalmente in termini di forza, in principio è quasi sempre perdente. Tutti i personaggi trovano riscatto da vicende personali ma quello di Zoro riguarda in senso specifico il suo compimento personale come guerriero, come spadaccino.
Già dalla sua prima apparizione, il nostro sembra contenere un dualismo marcatissimo!
Ci viene mostrato mentre rischia la morte per fame pur di non scalfire il suo orgoglio ma allo stesso si è concesso ad essere catturato e mortificato in croce, in sacrificio al suo personale sistema di valori.
Questo contrasto sarà sempre ricorrente nella storia e lo caratterizzerà in tutti i momenti cruciali della sua evoluzione.
Dopo questa presentazione inequivocabile ne abbiamo conferma nei due momenti successivi che lo riguardano più da vicino: nel racconto del suo passato e nello scontro quasi fatale con Mihawk al ristorante di Zeff.
Il senso di sforzo per raggiungere i propri obiettivi sono per lui totalmente assorbenti, vengono accettati fino alle estreme conseguenze, persino il proprio annullamento.
Quella che all’inizio sembrerebbe essere solamente uno dei suoi tratti estetici più accattivanti e cioè la terza spada, viene giustificata nell’origine in modo perfettamente aderente alla sua caratterizzazione.
Come tutti sapete, Zoro, da bambino, pur essendo già un valido spadaccino non riusciva in nessun modo a battere la sua amica/rivale Kuina, nemmeno in 2001 tentativi. Fin da piccolo, quindi, ricorre il dualismo con un avversario più forte che si prefigge di battere. Ci prova in ogni modo, sopportando continui allenamenti ed ecco la terza spada: il primo tentativo di superare un limite umano di debolezza che lo oppone al raggiungimento del suo obiettivo. La terza spada è il simbolo, il segno evidente dello sforzo estremo, il valicare il limite naturale e per questo non solo lo caratterizza ma anche lo rappresenta;
Se ne potrebbero impugnare al massimo due perché a meno ché non siate Hachi, due sono le mani di cui si dispone, per questo motivo la terza spada è ciò che esiste oltre il limite e rispecchia la bestia che porta in corpo. E segno del tentativo ostinato di battere Kuina che in definitiva è semplicemente più abile di lui e nient’altro.
Poco dopo linizio del viaggio, è colpito dalla sciagura di incontrare immediatamente lo spadaccino più forte al mondo, quello che dovrebbe essere il suo obiettivo finale ma non può certo sottrarsi alla sfida pur conscio di quello che ne conseguirà. “Mi chiedi perché. Ad essere sincere non lo so neanche io. Forse è per il valore che do a certe cose come l’impegno e la parola d’onore. Per me sono importanti, se vengo meno alla promessa fatta non avrò pace e il peso della sconfitta mi tormenterà per tutta l’esistenza”. Servirà da monito nel viaggio a seguire, il suo debutto nel mondo dei pirati che contano.
Capiamo il suo sistema di valori. Zoro lotta, impegnando ogni sua energia per rispettare la promessa fatta a Kuina e a se stesso, diventare lo spadaccino più forte al mondo. In cima esiste la parola d’onore data e i personalissimi principi in cui crede, solo dopo il suo orgoglio. La cosa potrebbe trarre in inganno poiché Zoro è in verità uno dei personaggi più orgogliosi di tutto One Piece e solo capendo ciò possiamo misurare correttamente il peso enorme dei suoi sacrifici, e in particolare quello in cui finisce per inchinarsi al suo nemico, per la promessa a Kuina e al suo capitano.
Molti si sono sentiti traditi dal personaggio, all’opposto io l’ho trovato uno dei momenti più alti del manga. Una decisione ancora più dolorosa di quanto accaduto a Thriller Bark. Zoro non rinnega se stesso come si è detto, piuttosto questo passaggio accresce il personaggio di una sfumatura ancora più profonda. La sua forza si radica nel sacrificio, non solo nello sforzo mostrato nella lotta e nella volontà estrema su cui si basa la potenza di tutti i più grandi del mondo, perciò simbolicamente l’haki (uno dei poli principali dei valori di One Piece). Il segno del suo sacrificio lo porta nella cicatrice all’addome, in quelle arrecate da Orso, (forse) in quella all’occhio, nella terza spada e in un ultimo in ciò che è rimasto più squarciato, l’orgoglio che porta in petto.
Allora Zoro è il mio preferito lo vorrei sposare 💕💘 e vero dovrebbe fare il primo passo con Robin oppure Robin mi aspetto molto da Robin pero non spingerti tanto oltre Zoro 💪🤣🤣🤣🤣😑