Perché One Piece è un capolavoro e perché Oda NON è un genio

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FRATELLI!

 

Lo so, lo so, molte volte mi avrete sentito dire il contrario, “Oda è un genio”, “Oda fa cose geniali” eccetera eccetera. In realtà non è così, e ora vi spiegherò perché.




Quando utilizzo termini del genere per elogiare il maestro, gli do l’appellativo di genio, ma in realtà è semplicemente per dare enfasi ad una frase, oppure per dargli un tono goliardico, mai mi sognerei di dirlo con cognizione di causa. Vediamo per quale motivo.

Com’è possibile, direste voi, che Oda non sia un genio e nonostante tutto riesca a creare un capolavoro?

Questa è una domanda più che legittima. Il problema però è che la maggior parte delle persone che utilizza queste due parole (capolavoro e genio) lo fa senza comprendere realmente il significato di questi due termini, senza conoscere davvero il loro reale significato.

Ed ecco che arriviamo alla prima domanda:

 

CHE COS’E’ UN CAPOLAVORO?

 

Qual è il metro di misura che innalza un’opera a capolavoro?

In questo caso la grammatica italiana ci dà una mano dato che basta estrapolare il suo termine e spiegarlo.




Un capolavoro è un “lavoro” che si pone “a capo”, alla base, ovvero un lavoro sul quale partiranno le future generazioni di artisti che prenderanno spunto da esso, dalla base appunto.

Dragon Ball è un capolavoro? Certamente!

Ma Dragon Ball è un manga oggettivamente mediocre, quindi com’è possibile una cosa del genere?

Se volessimo analizzare la struttura narrativa di Dragon Ball noteremmo che il nostro fervore per esso è dovuto principalmente ad un fattore nostalgico, di ricordo al passato, a quando eravamo piccoli e lo guardavamo su Italia 1 all’ora di pranzo, appena tornati da scuola, subito prima dei Simpson. Questi ricordi che io ho ben impresso durante il mio periodo delle elementari, sono sicuramente ricordi anche vostri, quindi bisogna prendere in considerazione anche questo metro di giudizio che, almeno per quanto riguarda la nostra generazione, non è assolutamente imparziale, anzi…

Ovviamente non è tutto, non è solo questo. Di certo non è soltanto il fattore nostalgia a rendere Dragon Ball un manga mediocre, perché sarebbe stupido. Se un manga è tecnicamente ottimo, è tecnicamente ottimo, lo è, punto. Indipendentemente che ci sia il fattore nostalgia o meno. Stessa cosa per il contrario…

 

Ma quindi cos’è che rende questo manga oggettivamente un’opera mediocre e un capolavoro al tempo stesso?

E’ molto semplice.




Dragon Ball è stato il pioniere che ha gettato le basi per le strutture narrative degli Shonen futuri, e lo ha fatto con una carica emotiva, con un’enfasi che ha attratto tutti gli artisti che avessero voluto, un giorno, fare questo mestiere. Dragon Ball si è posizionato in un periodo storico in cui l’arte di fare manga era arrivata alla fine della generazione precedente e ha dato inizio a quella successiva (fine anni ’80, inizio anni ’90). Questo modo di spiegare la storia del fumetto giapponese è davvero grossolana, e sembra quasi un’offesa, soprattutto a coloro che stanno leggendo questo articolo e che conoscono molto meglio di me gli sviluppi storici della nona arte nipponica.

in realtà non mi interessa essere preciso e analizzare tutte le influenze che Oda ha avuto o si è ispirato per creare One Piece, mi interessa dare un’infarinatura per poter arrivare al punto, quindi arriviamo al punto in modo sintetico. L’evento della nascita di DragonBall ha lasciato un’eredità a tutti quanti che ancora oggi la maggior parte degli artisti utilizzano per gettare le basi delle loro storie.

 

Vi faccio un esempio per farvi capire cosa significa “eredità”.

GokuMuten e Kaioshin il Sommo, Seya, Naruto e Hashirama, Eichichi Onizuka (per certi versi), il padre di Ichigo e Kyoraku, Yoh Asakura, il protagonista di Fairy Tail, cosa hanno in comune tutti questi personaggi di manga diversi?

 

1. Sono dei coglioni (più o meno) totali

2. Hanno un gran cuore

3. Sono dei geni nella loro arte o comunque ci sanno fare più di tutti anche se non sembra dato che… (e si ritorna al punto 1.)

4. (opzionale) Mangiano come maiali

5. (opzionale) Hanno una spalla femminile

 

Hanno tutti le sembianze di Goku, sotto certi aspetti. E cosa accade con dei coglioni totali? Che vengono affiancati, chi più chi meno, da “spalle” serie, taciturne, esattamente l’opposto di loro. Vogliamo fare una prova?

Goku e Vegeta; Naruto e Sasuke; Hashirama e Tobirama; Yoh Asakura e Ren Tao; il padre di Ichigo e Ichigo (in questo caso Tite Kubo ha avuto l’idea di invertire le parti rendendo il protagonista serio e taciturno); Seya e Syrio-Phoenix; Eichichi Onizuka e Uchiyamada; Fairy Tail non l’ho mai letto ma sicuramente potrete confermarmi voi…

Diamine, persino in Slam Dunk, che è un Seinen (della Madonna), troviamo tutti questi requisiti essenziali. Abbiamo Sakuragi, il protagonista, che incarna tutti i punti qui sopra, mentre il suo rivale, Rukawa, è la versione basket di Sasuke: bello e noncurante delle migliaia di ragazze che gli fanno la corte, taciturno e segretamente intenzionato a competere con Sakuragi per diventare più forte.

La spalla femminile è facile da individuare sia in Slam Dunk, si chiama Haruko ed è la versione basket di Sakura, segretamente innamorata di Rukawa (come Sakura lo era per Sasuke) e ha Sakuragi che gli va dietro (come Naruto per Sakura). A cosa servono le spalle femminili? Se ci fate caso hanno il ruolo di prendere a cazzotti il protagonista quando fa delle scemenze, urlargli contro e tutte le cose che sappiamo…

 

E Rufy?

Avrete sicuramente notato che non ho inserito lui, il punto cardine di tutta questa discussione. Lui incarna più di tutti i tre tratti principali degli Shonen post-Dragon Ball. E’ un coglione totale? Certamente. Ha un gran cuore?




Certamente. E’ un genio nella sua arte anche se non sembra dato che è un coglione totale? Certamente. Spalla femminile? Nami. Possiede anche il punto numero 4, è un maiale quando mangia. Quindi incarna alla perfezione l’eredità di Goku in Dragon Ball. Se contiamo che Oda ha avuto (e credo abbia tutt’ora) come punto di riferimento il suo idolo, Akira Toriyama, si capisce subito da chi si sia ispirato per gettare le basi per la sua scrittura del capitano, almeno quella grossolana, perché poi la sviluppò in modo diverso e originale, distaccandosi per certi versi dal suo mentore pur conservando la “infrastruttura di base”.

 

E qui arriviamo davvero al punto. Cos’è che rende One Piece un capolavoro pur avendo subìto la scopiazzatura (parziale, per carità, non si è trattato certo di un plagio) dall’opera di Toriyama? Perché One Piece è un capolavoro?

 

Perché ha preso l’eredità del suo mentore, di Toriyama e l’ha portata a un livello superiore.

 

La parte che segue è davvero importante, possiamo dire che si tratta del punto chiave di tutto quello che ho scritto.

Alcune persone (che di fumetti ne sanno molto, molto più di me) considerano One Piece persino un NON capolavoro per i seguenti motivi:

Oda nel creare la trama ha inserito richiami alla cultura giapponese e occidentale rimescolandola e rimaneggiandola per creare un’opera sì originale, ma che ha preso spunto dai suddetti richiami. E’ un po’ come se un fumettista italiano scrivesse una trama prendendo come riferimento artisti del suo Paese come Caravaggio, Leonardo da Vinci, Dante Alighieri, Pasolini, Totò e li mescolasse con la cultura, ad esempio, africana per creare uno strano connubio diverso e per certi aspetti originale. Questo è quello che fa Oda, manda richiami e citazioni ovunque, anche molti nomi dei personaggi sono riferimenti a pirati realmente esistenti. Barbanera è davvero esistito nella storia, si chiamava Edward Teach. Oda ha creato il personaggio di Barbabianca chiamandolo “Edward” e il personaggio di Marhall chiamandolo “Teach”. Fa così continuamente, gioca con la storia, gioca con l’arte, con la letteratura, con qualsiasi forma di cultura e la inserisce in questo suo calderone chiamato “One Piece” rimescolandolo a suo piacimento e dandogli a volte fattezze caricaturali in modo da adattarlo all’opera. Ogni località nel manga è presa da una esistente, ogni personaggio ha le fattezze (totali o parziali) di personaggi realmente esistiti, personaggi che quindi Oda non ha inventato di sana pianta ma che ha semplicemente preso “in prestito” e rimodellato. Questo non fa di Oda un genio ma semplicemente una persona di grande talento che però non ha inventato nulla.

 

Un punto di vista comunque condivisibile, non trovate?




Io però non la penso così, perché One Piece ha il carisma di fare da apripista per i manga futuri, creerà regole per scrivere le storie degli anni avvenire, il problema di fondo sta nell’autore non nell’opera che è un capolavoro, oggettivamente parlando… Indipendentemente dal fatto che Oda abbia preso o meno spunti dalla cultura orientale e occidentale, One Piece resta comunque un capolavoro perché è un manga molto popolare e come ogni opera pop che si rispetti, ha dato via ad un fenomeno di massa. Il capolavoro è soprattutto come la gente si pone nei confronti dell’opera, se innalzarla a fenomeno di culto oppure cestinarlo. Se Dragon Ball per assurdo fosse nato adesso, probabilmente non sarebbe stato tutto questo granché semplicemente perché non avrebbe avuto il clamore che ancora oggi ha da parte della gente.

Se Dragon Ball è un Battle Shonen “puro”, nel senso che i combattimenti sono il fulcro (forse addirittura l’unico) punto essenziale della trama, One Piece li ha resi più ideologici che fisici.

Se Dragon Ball non ha approfondito nessun “fondale”, nessuno sfondo, le città sono piatte, non hanno tridimensionalità, non si approfondiscono le razze aliene che sembrano tutte uguali, la storia gira solo attorno ai guerrieri e con l’andare avanti si focalizzerà solo sulla figura di Goku dato che Vegeta, forse l’unico personaggio dotato di più spessore in assoluto, verrà messo progressivamente sempre più in disparte.

(Toriyama ha dovuto creare “Fuckcazzo no F” per livellare finalmente i poteri di tutti e due con il Super Saiyan-God Super Saiyan)

Se l’esterno in Dragon Ball non è approfondito, in One Piece tutto questo viene inserito. Il luogo è assolutamente preponderante, abbiamo un ingigantimento tale che i luoghi, le location sono punti cardine a tal punto da riuscire a creare una vera e propria geografia con delle leggi proprie e coerenti, inserite nel contesto della storia principale. Inoltre ci sono una miriade di personaggi tutti più o meno interessanti che interagiscono in un contesto davvero ampio.

 

Il deficit di Dragon Ball, One Piece l’ha colmato! Ha preso la base del manga di Toriyama e l’ha perfezionata, l’ha resa più tridimensionale. I personaggi sono più completi, i combattimenti hanno sempre quel tocco particolare che non riguarda solo le mere mazzate, ma c’è un fondamento ideologico sopra. Tutta la struttura di One Piece è la versione “potenziata” di quella di Dragon Ball.

 

Però c’è da fare una precisazione.

Oda ha estremizzato anche Rufy, l’ha reso molto più deficiente del protagonista di Dragon Ball, l’ha reso molto più coglione del suo “antenato” (Goku) e probabilmente molto più geniale del suddetto, con le stesse ideologie, salvare tutti, proteggere, diventare più forte eccetera eccetera ma a livelli più profondi. Goku riusciva a pensare ad una tattica mentre combatteva, Rufy invece non ha mai pensato durante tutto il manga. E non è una frase provocatoria la mia, davvero non c’è un singolo baloon che riguardi un pensiero mentale di Rufy. Lui non pensa mai, agisce sempre.




Ecco a cosa mi riferisco con “estremizzazione” del personaggio. E’ Goku ma portato ai massimi eccessi. E cosa voglia dire per voi il termine “eccesso”, se dargli una connotazione positiva o negativa, sta solo a voi deciderlo…

Il motivo per cui secondo me One Piece sia effettivamente un capolavoro è perché darà il via, come DragonBall fece allora, ad un nuovo modo di fare manga, perché una volta finita questa opera, i mangaka delle prossime generazioni prenderanno sicuramente spunto da Oda, che a sua volta ha preso spunto da Toriyama.

Un capolavoro per essere tale deve posizionarsi “a capo”, cioè deve far sì che tutte le altre opere prendano spunto da essa, da questa base (capo), e utilizzino la stessa struttura narrativa che l’autore ha creato. Un po’ come se One Piece fosse il seme da cui germoglieranno alberi che prenderanno rami uno diverso dall’altro senza dimenticare però dove si trova la loro radice

 

Quindi, il capolavoro riguarda l’opera in sé, quello che apporterà alle generazioni successive. Sarà un lavoro che getterà le basi per quelli futuri? Si, assolutamente, credo che One Piece abbia tutti i requisiti essenziali per farlo.

Un giorno vedremo un manga Shonen disegnato con un approfondimento per il circostante, per l’ambiente, i luoghi enormi, il discorso geo-politico, le istituzioni, e capiremo che si tratta di un’opera che ha preso spunto da One Piece. E ovviamente mi riferisco ai fondali perché è il primo esempio che mi viene in mente, ma di spunti da prendere da quest’opera ce ne sono.

Uno dei tanti che adesso mi viene in mente sono le mini-avventure. L’idea di creare una “finestra” ulteriore dove approfondire contemporaneamente, attraverso una singola immagine, anche un luogo diverso da quello in cui si trovano i protagonisti è frutto di una mente che ha generato un vero capolavoro, cioè di un lavoro che verrà preso e rimaneggiato dalle generazioni future.




Se un giorno ci sarà un’opera che farà una mini-avventura, voi da chi credete abbia preso spunto?

One Piece è un capolavoro quindi, su questo credo non ci siano più dubbi. Ha portato cambiamenti nel modo di narrare, ne porterà altri.

 

Ma perché Oda non è un genio?

 

E adesso arriviamo alla seconda domanda, quella un po’ più complessa.

Voglio raccontarvi una storia, che magari apparentemente non ha niente a che vedere con tutto questo discorso, ma preferisco scrivere di più prendendo la strada più “lunga” piuttosto che dirvi in quattro e quattrotto la spiegazione e rendere questo articolo incompleto.

 

Qualche anno fa mi interessai di una materia (in) particolare, una branca della psicologia, la grafologia. Per chi non lo sapesse, la grafologia è una scienza che analizza e descrive la personalità di un individuo attraverso il suo modo di scrivere. In base alla forma delle lettere, alla cadenza, alla forza che si imprime nello scrivere e a tutta una lunga serie di cose che possono delineare (anche in modo piuttosto accurato) il tratto caratteriale di una persona. E’ utilizzata moltissimo dai criminologi per avere un quadro ancor più completo di chi hanno di fronte, di chi stanno per interrogare o accusare. Molti psichiatri si avvalgono di un consulente grafologo per capire, almeno all’inizio, i problemi psicologici subìti dal paziente.

Ebbene, qualche tempo fa comprai un tomo abbastanza consistente di grafologia. Alle prime pagine si delinea subito la personalità generica di un individuo in due macro-categorie:

Individui “superiori”, cioè coloro che presentano una notevole intelligenza e superiorità intellettuale

Individui “inferiori”, cioè coloro che, relativamente ad altri, sono considerati meno dotati dal punto di vista intellettuale

 

I componenti della prima classe possono appartenervi in tre misure o gradi diversi: il grado più alto è formato da uomini di genio, capaci di creare, scoprire. Il secondo grado è composto da uomini di talento, coloro che, principalmente, realizzano ciò che il genio ha inventato; il terzo grado si compone da persone intelligenti, che riescono ad assimilare ciò che è stato creato dal genio e realizzato dal talento.

 

Partendo da queste premesse, dove collocheremo Oda?

Oda ha creato One Piece? Certamente, ma non l’ha “creato” nel senso proprio del termine.




Ha preso spunto da un manga (che era di altri) e l’ha perfezionato in modo assolutamente originale, l’ha reso migliore. Ecco il termine adatto, lo ha MIGLIORATO!

One Piece è fantastico, un’opera unica, ma che non ha dietro le quinte un autore geniale semplicemente perché lui non l’ha creato, ha avuto un’infrastruttura ben definita, dei canoni già decisi da mangaka più vecchi di lui appartenenti a generazioni precedenti a lui che lo hanno indirizzato mentalmente a creare qualcosa che avesse le fattezze proprio dei lavori di chi è più vecchio di lui.

 

ODA HA TALENTO!

 

Ecco ciò che possiede il nostro maestro. Lui ha talento, e ne ha anche tanto, ovvero ha quella capacità di capire il genio di chi ha gettato le basi di questo mezzo, di chi ha creato il manga come strumento di espressione artistica, poi l’ha maneggiato come ha voluto lui e lo ha rimasticato proponendolo con una versione nuova, con dei canoni che daranno spunto ad altri mangaka dopo di lui, ma Oda non ha creato proprio niente, l’infrastruttura c’era già.

L’opera di One Piece ricalca sotto moltissimi aspetti, i tratti stereotipati tipici della cultura giapponese di creare fumetti simili. Le infrastrutture erano già state costruite, Oda ha fatto indubbiamente un lavoro immenso a riproporlo con caratteristiche mai viste in un fumetto, ma le premesse già c’erano.

E’ un po’ come se Oda avesse creato una strada partendo già da quella vecchia e magari migliorandola.




E’ sicuramente merito suo il fatto di aver proposto quella strada in chiave più moderna, però non dimentichiamoci di coloro che quella strada l’hanno percorsa prima di lui creandola dal nulla…

 

E gli individui intelligenti?

 

Beh siamo noi, sono io, che sto scrivendo questo articolo, siete voi che lo state leggendo e lo state capendo, siamo tutti coloro che riescono a comprendere il lavoro che uomini di talento hanno realizzato.

Per amor di completezza ricopio anche la descrizione degli individui “inferiori” fatta dall’autrice del libro di grafologia:

 

La categoria degli individui “inferiori” presenta tre sottocategorie, come la prima: persone caratterizzate da mediocrità, persone che non presentano particolari qualità e infine, gli spiriti nulli.

La sottoclasse dei mediocri mostra sempre un’intelligenza incompleta, non certo trascendente. E’ tipico dei mediocri essere presuntuosi e pretenziosi; posano moltissimo di fronte agli altri. La seconda sottoclasse è formata da individui che presentano l’assenza di un carattere speciale: si possono definire soggetti insignificanti.




A prima vista potrebbero anche apparire interessanti, di spirito ed esperienza, tuttavia, solitamente, non esprimono giudizi individuali, opinioni personali: anzi, il loro parere, molto spesso, non è che la riproduzione dei giudizi di altri. Sono individui che ricevono una certa educazione ma che non riescono a crearsi una personalità unica: seguono la moda, mutando la propria opinione in base ai gusti della massa e alle tendenze del momento. Generalmente una scrittura del genere si ritrova in pagine scritte da ragazze in fase adolescenziale dotate di poca cultura. Sono i tratti tipici di chi, nonostante si trovi alla fine del cammino scolastico obbligatorio (scuole superiori), continua a scrivere come se fosse alle elementari, con lettere molto rotondeggianti e poco personalizzate, indice appunto di un’uniformità e assenza di iniziativa.

L’ultima categoria, infine si compone di persone nulle o comuni: la massa, in altri termini. Sono individui non dotati fisicamente né intellettualmente: avrebbero potuto sviluppare una certa intelligenza ma non l’hanno coltivata, hanno preferito uniformarsi. 

 

Ordunque, chi ha orecchie per intendere, intenda… Saluti.

 

– Reverendo

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