La straordinaria capacità narrativa di Oda ci porta a pensare a paragoni che in un primo momento potrebbero essere improbabili: possiamo davvero confrontare la piccola Sugar di Dressrosa con la maga dell’Odissea? Io credo di si!
Quest’ultima trasforma i compagni di avventura di Ulisse in bestie, eliminandoli completamente dal gioco della trama, lasciando il protagonista completamente solo davanti agli ostacoli da superare.
La nostra Sugar compie una simile “prodezza”, ma le sue creature trasformate non sono animali, ma giocattoli: è il trionfo dell’innocenza crudele, dell’infanzia che si diverte nel gioco macabro delle vite buttate oltre la morte fisica. Sugar, esattamente come Circe, distrugge la possibilità dei personaggi plurali, cancella il ricordo degli uomini nella narrazione e li condanna ad un destino ben peggiore della stessa dipartita fisica.
Allora perché un potere così grande nelle mani di una semplice bambina?
Perché, per il maestro Oda, i veri giocattoli siamo noi, lettori di un racconto strepitoso, messi al margine del mondo della memoria di One Piece: non conosciamo le identità dei giocattoli e anche se dovessimo conoscere, non possiamo immaginare uno sviluppo diverso da quello impostato.
Adesso però una piccola riflessione finale:
come il potere di Pudding, quello di Sugar manipola la capacità di ricordare.
E se il secolo buio, tanto temuto e tanto ambito dalle conoscenze, fosse stato controllato da forze simili a queste?
– Il Canterino –