Edward Teach, il Barbanera storico, è stato preso a modello per almeno tre personaggi di One Piece. Ormai è noto e risaputo che Oda si rifaccia a nomi di personaggi realmente esistiti per i suoi personaggi. Dunque facciamo un po’ di chiarezza in mezzo a questo buio fumoso che si innalza dalle treccine fumanti di Teach. Eiichiro Oda, ha dichiarato varie volte la sua idolatria per Barbanera e afferma di essersi ispirato a lui in più occasioni. No, non per il fu Re dei Pirati, Gol D. Roger (per lui ha utilizzato un altro pirata “storico”, Olivier Levasseur) ma per altri personaggi. Quanti? Almeno tre. Elenco, senza alcun ordine logico:
Marshall D. Teach alias Barbanera
Teach (1680 circa-1718) fu corsaro e pirata tra i più famosi di sempre. Barbanera non fu mai davvero ricco: nella sua vita non arrivò nemmeno lontanamente ai favolosi bottini di Bartholomew o di tanti altri. Eppure è rimasto nell’immaginario collettivo come il pirata per eccellenza. Perché aveva un gusto per la teatralità che lo rendeva unico. Il capitano Johnson riporta parecchi aneddoti su di lui. Stando al libro “A General History of the Robberies and Murders of the Most Notorious Pyrates”, Barbanera aveva l’abitudine di raccogliere la sua barba nera in treccine e di fissare, all’estremità di queste e sul cappello, delle micce che accendeva poco prima delle battaglie. Il fumo che ne scaturiva avvolgeva il pirata in una nube di fumo nerastro che naturalmente faceva parecchia scena. Teach era fuori come un balcone e non mancava di dimostrarlo in più occasioni: “se non uccido qualcuno ogni tanto si dimenticheranno chi sono!” si giustificò dopo aver gambizzato così a caso uno dei suoi compagni, a tradimento. Barbanera arrivò ad far arenare la sua nave, la Queen Anne’s Revenge, insieme a gran parte del suo equipaggio, pur di non dividere il bottino in troppe persone. Si diceva che bevesse rum misto a polvere da sparo e che sfidasse i suoi uomini a gare di resistenza sottocoperta: venivano chiusi tutti i boccaporti della stiva e posti al suo interno dei recipienti colmi di zolfo. Il capitano poi scendeva con due o tre della ciurma e dava fuoco alle polveri. Chi resisteva di più vinceva. No sto nemmeno a dirvi chi la spuntava… Barbanera morì durante uno scontro con Robert Maynard, tenente di vascello della marina inglese, incaricato di togliere di mezzo il pirata. Cosa che effettivamente gli riuscì.
Edward Newgate alias Barbabianca
Eh sì anche lui. Fate caso: il vero Barbanera si chiamava Edward, esattamente come l’uomo dalla barba bianca a banana. Ma c’è un altro particolare interessante: si vociferava che Edward Teach fosse morto solo dopo aver subito non meno di 20 colpi di arma bianca e 5 pallottole. Non solo: per fermarlo fu necessario tagliargli la testa perché, sebbene fosse dilaniato dalle ferite, continuava a combattere furiosamente. Una morte eccezionalmente simile all’epica dipartita di Barbabianca a Marineford, non trovate? Altra cosa interessante: Newgate e Marshalsea erano le due prigioni londinesi in cui venivano richiusi i pirati in attesa di processo, o dove venivano definitivamente sbattuti dopo la condanna.
Satch, comandante della 4°flotta di Barbabianca
Anche se non se lo fila nessuno, pover’uomo (più che altro perché non è mai entrato in scena, Barbanera l’ha tolto di mezzo prima). Satch è uno dei parecchi cognomi con cui era conosciuto il vero Barbanera oltre a Teach, Thatch, Teague e altri. Coincidenze? Io non credo. Questa “teoria” trova conferma del fatto che alcune edizioni straniere propongono il nome di questo personaggio come Thatch. Sempre di Barbanera si parla. Con Satch quindi Oda ha voluto omaggiare ancora una volta il suo pirata preferito.
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Bibliografia:
D. Cordingly, Storia della pirateria, tr.it. A. Tissoni, Modadori, Cles, 2011D. Cordingly, I pirati dei Caraibi. Ascesa e caduta dei signori del mare, tr.it. M. Gezzi, Mondadori, Milano, 2013D. Defoe, Storie di pirati. Dal capitano Barbanera alle donne corsaro, tr.it. e cura di M. Carpitella, Mondadori, Cles, 2013P. Gosse, Storia della pirateria, tr. it. S. Caprioglio, Odoya, Bologna, 2008G. Lapouge, Pirati. Predoni, filibustieri, bucanieri e altri “pezzenti del mare”, tr.it. A. Benucci Serva Excelsior 1881, Milano, 2010M. Rediker, Canaglie di tutto il mondo. L’epoca d’oro della pirateria, tr.it R. Ambrosoli, Elèuthera, Manocalzati, 2016A. Spinelli, Tra l’inferno e il mare, Fernandel, Ravenna, 2003