“I pirati sono il male e i Marines la giustizia? Queste cose sono sempre cambiate nel corso della storia… i valori dei bambini che non conoscono la pace e i valori dei bambini che non conoscono la guerra sono differenti! Chi arriva in cima decide cos’è bene e cos’è male!! Questo posto, proprio qui, è la linea di confine! Dite che la giustizia prevarrà? Ma certo che sì! Perché il vincitore è l’unica giustizia!”
L’introduzione di un personaggio così complesso non poteva essere stata fatta in modo migliore dal Maestro.
FRATELLI!
Com’è da consuetudine, oggi siamo qui riuniti, in questo luogo sacro per discutere e approfondire un personaggio che mi ha incuriosito dal primo momento, dalla prima vera apparizione a Marineford. Prima ci furono solo comparse che delinearono in modo blando e superficiale un personaggio che, all’inizio, sembrò quasi uno qualunque, un “cattivone” come gli altri…
Ma come si può giudicare in base a quello che non si conosce? Devo essere sincero, non pensavo che il Maestro delineasse così minuziosamente i tratti caratteriali rendendoli credibili e veri. Possiamo quasi affermare di essere entrati in empatia con un antagonista di saga e quindi essere riusciti ad affrontare le sue sfaccettature “a tutto tondo”.
Diffidate da chi sostiene che questo sia il primo vero cattivo “puro” di One Piece perché costoro non conoscono il significato del termine “cattivo”. La cattiveria “pura” non esiste, o meglio non in One Piece che di battle-shonen ha poco. Sapete chi incarna la figura di cattivo puro? Kid Bu. Lui è il cattivo fine a se stesso, un male che non è vincolato da nessuna ideologia, da nessun concetto a priori, la si fa semplicemente per sé stessa, per un appagamento edonistico, di piacere. Ma in un battle-shonen puro come Dragon Ball avrebbe senso, in One Piece dove i combattimenti sono più che altro ideologici che fisici, più di contorno che principali, la cattiveria pura non esiste e mai esisterà. Ci sarà sempre un’idea che vincolerà l’antagonista a determinare le sue azioni e ad i tratti della personalità. In questo manga ci saranno sempre delle sfumature, perché così facendo Oda darà delle sfaccettature interessanti, cosa che ad esempio non avviene con Kid Bu. Ditemi quante persone sono entrate in empatia col suo modo di fare… Sareste dei pazzi se lo foste!
Ma partiamo subito belli carichi:
Chi è Doflamingo?
“Questa è una storia che risale a 800 anni fa, Law. Venti Re di altrettante nazioni si riunirono al centro del mondo, e diedero vita ad un’imponente istituzione: l’attuale Governo Mondiale. I Re fondatori decisero di portare le loro famiglie a vivere a Marijoa. Solo i Nefertari di Alabasta rifiutarono, quindi in effetti erano solo 19 famiglie. Essi vivono ancora lì.
I discendenti dei Re fondatori che governarono il mondo… sono i Draghi Celesti!
Così, 800 anni fa, quelle 19 nazioni rimasero senza regnanti. Ovviamente quelle 19 nazioni elessero dei nuovi Re, e così nacquero nuove stirpi reali. Qui a Dressrosa c’era una nuova stirpe, si trattava degli ormai ex-sovrani, i Riku. La famiglia fondatrice che andò a vivere nella “Terra Sacra”, Marijoa, fu il clan Donquixote!”
Doflamingo è il risultato di quello che i genitori (non volutamente) gli fecero subire ed è la rabbia dovuta al senso di non appartenenza dai suoi ex colleghi dinastici, Draghi Celesti. Oda sposa la teoria secondo la quale il carattere di una persona sia strettamente correlato al suo codice genetico e quindi un individuo nascerebbe “pazzo” o “sano” indipendentemente dall’educazione che gli viene impartita. Si, perché se il fratello Rocinante e lui hanno avuto la stessa sorte da piccoli, allora perché l’uno ha imboccato la strada della morale giusta ed ha barattato la sua vita per la salvezza di un bambino, mentre l’altro ha ucciso il padre portando la testa al cospetto dei Draghi Celesti per cercare di riavere lo status che gli spettava?
Doflamingo incarna la mentalità tipica del serial killer. Lui è stato disprezzato dai suoi membri consanguinei di sangue blu, è stato disprezzato dalla gente comune e in fondo in fondo, non è riuscito a capire le motivazioni che hanno spinto i suoi genitori a compiere questa scelta tanto problematica per lui. Ha avuto soprusi da tutte e due le classi sociali, già da piccolo è stato traumatizzato da un mancato senso di appartenenza, si è sentito estraneo e non voluto da tutti, dal resto del mondo, così ha imboccato la strada del caos, l’unica che gli sembrava logica, l’unico strumento che gli permetteva di riottenere ciò che gli era stato tolto.
Ve la ricordate la frase che ha detto Iceburg a Franky riguardo i progetti di Pluton? Tali progetti non dovranno essere distrutti, anche se ciò comporta il rischio che potrebbero andare in mani sbagliate, perché se ciò accadesse, noi avremmo una copia dei progetti per poter contrastare l’arma ancestrale.
Rocinante è la copia dell’arma ancestrale “Doflamingo”. Il fratello di cuori che tanto assomiglia al Corvo interpretato dal figlio di Bruce Lee, esiste solo ed esclusivamente per bloccare il fratello. In che modo? Monitorando ovviamente le sue azioni da buon agente infiltrato della marina. Perché solo Oda è così genialmente perverso da creare un infiltrato pirata nella marina, Vergo, e un infiltrato della marina tra i pirati, Corazon. Quest’ultimo è in un certo qual senso, l’anti Doflamingo, è colui che è riuscito a convogliare la sua malattia mentale (dovuta agli stessi soprusi che sono spettati al fenicottero) in qualcosa di costruttivo.
Qui però la similitudine comics ci vuole perché è dovuta:
Bruce Wayne ha assistito da piccolo alla morte dei suoi genitori, davanti ai suoi occhi. In quel momento ha smesso di essere Bruce Wayne e ha indossato la maschera di Batman. Da quel momento in poi la sua faccia divenne l’alter ego e la maschera da pipistrello il suo vero Io.
Bruce sapeva che era sbagliato, sapeva che la follia dilagava nel mondo, in special modo a Gotham, sapeva che i suoi genitori erano morti e che lui avrebbe dovuto fare una scelta. Diventare un criminale vittimizzando la morte dei suoi cari, giustificando quindi le sue (eventuali) azioni negative nascondendosi dietro la faccia della criminalità di Gotham, diventando quindi un super-criminale, oppure avrebbe potuto convogliare la sua rabbia in qualcosa di più costruttivo, in qualcosa di ideale. Trasformò la rabbia in vigore e trasformò la sua voglia di vendetta in voglia di giustizia. Si allenò e alla fine forgiò un simbolo. Divenne il pipistrello.
Incontrò la sua nemesi, Joker, un individuo di cui non sappiamo assolutamente nulla, nemmeno il nome, che rappresenta la metà di Bruce, l’altra faccia della medaglia, la parte che lui ha relegato ai margini della sua mente, ma c’è. Joker rappresenta tutto quello che Bruce sarebbe potuto diventare se non avesse preso la strada morale.
Joker e Batman hanno la stessa rabbia con la differenza che il primo non l’ha canalizzata da nessuna parte e tale rabbia esplode ovunque diventando caos. Bruce invece è riuscito a creare un’autostrada per le sue energie e per la sua mente. Ha creato ordine e ha convogliato la rabbia verso qualcosa di superiore.
Con Rocinante e Doflamingo è successa la stessa cosa. Il primo, come il secondo, ha visto morire la madre e solo dopo che il fratello pazzo ha ucciso il padre si è reso conto che da quel momento in poi non si sarebbe potuto permettere il lusso di impazzire e di fare la vittima come lui, prendendo la via dell’illegalità come farà il fratello. Sapeva, Corazon, che da quel momento in poi il suo scopo sarebbe stato quello di monitorare un cavallo pazzo, ma così pazzo da avere un potere tale da ricattare gli stessi stronzi dal sangue blu che hanno cacciato lui, mediante questo fantomatico Tesoro Nazionale di cui non conosciamo nulla. Corazon da quel momento in poi sarebbe stato d’aiuto alla marina per cercare di tenere a bada una mina vagante, un individuo che giustifica il caos come unico mezzo equo (come il Joker) perché è stato rifiutato da tutti e due gli organi principali della società, popolazione ed élite e si è sentito tradito dai suoi genitori attribuendogli la colpa di aver portato un bambino alla disperazione rinnegando la loro dinastia reale.
Quando Homing chiama al lumacofono i Draghi Celesti chiedendo di ridare a lui e alla sua famiglia il titolo nobiliare, questi non accettano e lo disprezzano chiudendo subito la conversazione. Il padre di Doflamingo si è forse pentito delle scelte che ha fatto? Assolutamente no… e in un certo senso, si anche…
Analizziamo nel dettaglio la cosa: quando lui cercava di spiegare ai suoi colleghi che alla fine siamo tutti esseri umani, Homing era spinto da una morale nobile, era spinto da argomentazioni valide; quando poi si è scontrato con la realtà ha visto che la situazione era diversa. Ma a cosa era dovuto tutto l’astio che provava la gente per i Draghi Celesti?
Vedete, la popolazione provava un odio molto profondo per loro e sapere che in quella casa c’era una famiglia intera appartenente a quella stirpe, ha fatto sfogare tutta la loro rabbia verso di loro, rabbia che sarebbe stato più opportuno se l’avessero sfogata sui veri autori della loro povertà, suo veri autori dei soprusi della gente comune. Gli unici Draghi Celesti (insieme ai Nefertari probabilmente) che amavano davvero l’umanità e non la disprezzavano, invece, divennero il capro espiatorio per i peccati commessi da altri, paradossalmente da coloro che chiudono la conversazione quando Homing vuole tornare da loro perché impaurito da una folla inferocita. La colpa di tanto astio, la colpa della morte della madre, della crocifissione fuori dalla loro casa e l’uccisione del padre da parte di Doflamingo sono da attribuire esclusivamente ai “reali” che si trovano a Marijoa! Sono loro che hanno aizzato questo focolare di odio e rabbia! La gente prova odio per coloro che stavano (e stanno) lì in alto e hanno sfogato con i primi che volevano stare con loro e avevano riconosciuto in tutti quanti il fatto di essere umani e non appartenenti a chissà quale stirpe risalente a secoli fa.
DUE PAROLE: CAPRO ESPIATORIO
In tutto questo, c’è stato un bambino che è stato violentato così forte a livello psicologico da perdere qualsiasi forma di sensibilità verso il prossimo, qualsiasi empatia verso l’altro. Doflamingo è stata la spugna che ha assorbito tutto l’odio, la violenza e la cattiveria di una popolazione che, in fin dei conti, non aveva poi tutti questi torti. Purtroppo se l’è presa con la gente sbagliata, però andateglielo a dire voi ad un anziano che ha perso gli occhi solo per il divertimento dei Draghi Celesti che la famiglia Homing ama l’umanità! Voi cosa avreste fatto? Sareste stati favorevoli al dialogo?
Mediante psicoanalisi, i serial killer rivelano sempre carenze affettive di qualsiasi genere, che sia da parte di un genitore o di un parente. Questo trauma, questo buco affettivo, in un bambino è moltiplicato in modo esponenziale. Il problema psicologico diventa serio quando il bambino inizia a crescere e se lo porta anche nel corpo di un adulto, un individuo ormai che avrà altre esigenze di altro genere. Un fanciullo che ha avuto carenze affettive, da adulto può diventare un pedofilo, ovvero, la mancanza di amore da piccolo, mischiata con l’esigenza sessuale di un adulto portano a degli squilibri molto gravi e pericolosi perché le esigenze da adulto devono (in modo deviato, in questo caso) sostituire i buchi dovuti alle mancanze affettive derivate dall’infanzia. Questo porta evidenti squilibri nella mentalità di un adulto che chiede affetto ma utilizza dei mezzi troppo sbagliati e violenti.
Doflamingo rappresenta la debolezza di un bambino che non è riuscito a sopportare lo stress e il trauma ricevuto e lo ha portato a sfogarsi utilizzando la pirateria come mezzo, come strumento di vendetta verso coloro che gli hanno tolto un’infanzia.
Oda, lo abbiamo detto già prima, ci ha fatto capire con il flashback in questione che si nasce con una certa predisposizione a fare del bene o viceversa, altrimenti non si spiegherebbe l’enorme abisso che c’è tra il fenicottero e il fratello nonostante lo stress subito sia stato praticamente lo stesso.
La genetica sembra confermare che si tratti di una questione legata ad istruzioni contenute nel DNA che predisporrebbero la persona a non possedere l’empatia necessaria a non rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni poiché non è in grado di immedesimarsi nello stato d’animo del prossimo o nel dolore che gli infligge.
Studi più approfonditi hanno dimostrato che le esperienze fortemente negative durante l’infanzia possono trasformare in persone criminali anche individui che non erano predisposti geneticamente alla violenza.
Da una ricerca nelle carceri statunitensi è emerso che i più efferati assassini avevano subìto, da piccoli, traumi indescrivibili. In pratica le prime vittime erano state proprio loro. L’ambiente influisce moltissimo sulla personalità futura dell’individuo e sulla predisposizione o meno alla violenza e alla mancanza di empatia verso chi ha di fronte.
Ma andiamo avanti:
L’appropriazione della terra su cui i suoi padri fondatori, i Donquixote, si impadronirono dichiarandola proprietà privata, sarebbe stato il primo passo per la scalata verso la vendetta. Il problema è che in quel regno, a Dressrosa, c’era la dinastia Riku a regnare.
Poco male.
Vedete, Oda, e questo lo ripeterò sempre fino a farmi rinchiudere, rappresenta i personaggi in modo simbolico. A lui gliene frega fino ad un certo punto (diciamo che Oda va da “non me ne frega un cazzo” a “mi interessa fino ad un certo punto”) delle scelte stilistiche, disegna proporzioni sballate, buchi nella trama abbastanza grandi, Deus ex Machina evidenti, il tutto per far combaciare la sua visione del mondo convogliandola nei personaggi. Poco importa se disegna la proporzione sballata, poco importa se tecnicamente Barbabianca è considerato un essere umano e non un gigante nonostante sia alto più di 3 metri (e Doflamingo pure), a lui interessa utilizzare l’inchiostro per disegnare linee che raccontano emozioni, non muscoli e sudore! Se volete le proporzioni perfette (e anche muscoli e sudore) andatevi a leggere Slum Dunk!
Anche i frutti del diavolo non sono dati a casaccio. L’abilità che ha Doflamingo di manipolare la gente è metaforizzata simbolicamente nel manga grazie alla padronanza del frutto Ito Ito, un potere in grado di “parassitare” la gente facendole fare tutto quello che l’utilizzatore vuole, contro la loro volontà ovviamente.
A volte quando dobbiamo descrivere una persona manipolatrice utilizziamo figure retoriche particolari, una di queste, forse una delle più usate, è senza dubbio l’appellativo di “burattinaio”. Il burattinaio tiene in mano dei fili, Doflamingo pure, è un burattinaio. Forse il burattinaio per eccellenza. (in due frasi ho scritto burattinaio 4 volte, e con questa 5…)
E cosa ottieni quando riesci a mettere in scacco una nazione? Beh, te ne appropri. E qui arriviamo alla parte divertente:
I MEMBRI DELLA FAMIGLIA
Il Maestro ha volutamente rappresentato quella famosa tavola nel capitolo 762 di tutti i membri che mangiano la pizza a tavola come se fossero dei membri mafiosi. Dite la verità, non vi è venuta fame alla vista di quell’immagine?
Ma sono davvero considerati da Doflamingo dei familiari a tutti gli effetti? Scopriamolo insieme:
Il discorso del serial killer che ho fatto prima è sempre valido. Una di queste peculiarità che caratterizzano alcune menti malate è la totale apatia verso il genere umano, la totale mancanza di empatia verso qualsiasi essere vivente, animale o umano che sia. Doflamingo ha subìto un crollo quando venne crocifisso dalla folla inferocita insieme al fratello e al padre, ha subìto un trauma quando ha provato per la prima volta il dolore, la fame ed è esploso quando ha ammazzato un suo genitore reclamando la testa del padre a Marijoa, credendo erroneamente che fosse lui la causa di tutto.
Quando avvenne la famosa scena di Doflamingo in alto e i membri della famiglia, compreso Vergo, da piccoli, che si inginocchiavano dinanzi a lui dicendogli che sarebbe stato lui, d’ora in poi, il vero re, è successo qualcosa di magico: vedete, il fenicottero aveva perso un’identità perché non fu più un Drago Celeste, in quanto il titolo venne revocato, non fu mai nemmeno un cittadino comune perché venne disprezzato, e perseguito (anche perché comunque non era interessato ad essere un cittadino comune), ma allora, questo bambino, da adesso chi (o cosa, più opportuno) sarebbe diventato? Ci sono stati dei personaggi, i futuri ufficiali, che lo avrebbero riempito di ego dandogli di nuovo una carica imperiale. Perché se non avesse fatto parte di un’istituzione reale, allora se la sarebbe creata lui l’istituzione reale! I membri della famiglia di Mingo lo riempiono di egocentrismo, lo gonfiano a tal punto che lui si sente apprezzato, si sente amato per la prima volta e ricambia reputandoli membri della famiglia. E’ questo il rapporto su cui si basa. Loro sono lo strumento che gli permette di sentirsi imperatore. Un Re non è tale senza i suoi sudditi, e non è potente senza i suoi ufficiali. La famiglia tanto decantata dal fenicottero rosa è semplicemente osannata da lui per un rapporto di convenienza perché loro “inzuccherano” la sua anima dicendogli che lui è il migliore. Ricordate cosa disse Monet prima che la fabbrica “TRISTE” a Punk Hazard esplodesse?
“Signorino, sono sicuro che sarai tu a diventare il re dei pirati“…
E porca puttana se non è un’affermazione pesante questa! Non farti sentire da Rufy sennò ti ammazza! Poi Oda è costretto a disegnarlo in primo piano facendogli dire che solo lui sarà quello che arriverà e diventerà e farà e bla bla bla… il solito primo piano di Rufy da fanboy insomma…
Concludo riportando qui una risposta che diedi al collega di pagina, Haiena No Berami. Lui si chiese, giustamente, del motivo per il quale Doflamingo non fosse diventato un imperatore, nonostante sia un perno principale del Nuovo Mondo.
Proviamo a rispondere seguendo la linea che abbiamo tracciato e a cui siamo arrivati insieme. La conclusione che Doflamingo sia riuscito a crearsi un mondo elitario tutto suo, un impero che possa chiamare casa, lontana da casa…
Riassumendo, possiamo affermare che:
– controlla (controllava) la produzione di Smile, dalla materia prima, il SAD, al prodotto finito, la fabbrica a Dressrosa
– è il fornitore ufficiale di Kaido, l’uomo più forte del mondo, parole di Law
– è il re di un’intera nazione
– la manipola(va) grazie a Sugar
– è un ex Drago Celeste, con tutti i benefici che ne comportano, partendo dai contatti con la CP0 al ricatto dei fighetti a Marijoa per via del Tesoro Nazionale
– è uno Shichibukai
– ha sviluppato il suo frutto del diavolo a tal punto da essere riuscito a “risvegliarlo” (qualsiasi cosa significhi questa parola)
– possiede tutte e tre le tonalità dell’Ambizione
– riesce a tenere a bada la Marina grazie alla paziente infiltrazione “dal basso” di Vergo avendolo fatto diventare un Vice Ammiraglio e controllandolo dall’interno
– gestisce tutto il sottobosco criminale
Possiamo dedurre, quindi, che è un membro indispensabile nel Nuovo Mondo per molta gente, sia dal punto di vista politico che economico. Quindi, una persona che è riuscita a farsi da sola in questo mo(n)do non ha bisogno minimamente di un titolo come quello di imperatore.
Immaginate un imprenditore che ha un’azienda famosissima. Vende prodotti di alta qualità, riesce a promuoverli in tutto il mondo, è molto influente anche dal punto di vista politico, magari il sindaco di una città… Tutto questo, però… non è laureato.
E STI GRANCAZZI NON C’HO METTI?
Cosa se ne fa una persona così influente a livello politico ed economico di un titolo di studio come una laurea? E’ forse questo pezzo di carta che gli farà vendere tutti quei prodotti? E’ forse questo titolo che gli farà avere consensi ai voti per la campagna elettorale? La deduzione più logica e sensata è che si tratti di un’onorificenza completamente inutile dal punto di vista puramente pratico.
Perché Doflamingo non sarà un Re come Kaido, però è il Jolly che ne governa i movimenti. E questo, senza utilizzare i fili del suo frutto…
– Reverendo