Drakul Mihawk, tra vampiri e storia

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Drakul Mihawk: le ispirazioni storiche dietro il personaggio

Pallido, funereo, croce al collo e domiciliato in un posto da brividi, Drakul Mihawk impersona in modo eccellente uno dei più famosi sadici della storia (letteraria e non): Dracula. Pallore e funeste dimore a parte, i due sembrano non avere troppi aspetti in comune, soprattutto se consideriamo il Dracula romanzesco. Mihawk sembra infatti uscito direttamente dalla Spagna dell’epoca d’oro o dalla Francia dei Tre Moschettieri che non da un nefasto castello delle foreste rumene. Però il suo vagare dentro una cassa da morto la dice lunga e quindi eccoci qui a parlare di Dracula. Quello vero.

Chi era Vlad l’Impalatore

Vlad Ţepeş l’Impalatore (copia conservata nel Castello di Ambras, a Innsbruck) di anonimo, XVI secolo

Due parole sulla biografia di quest’uomo dal carattere così amabile. Vlad III di Valacchia nacque nel 1431, membro della Casa dei Drăculești e dell’Ordine del Drago. Nonostante in Romania venga considerato un eroe popolare, tutto il resto del mondo preferiva non averci nulla a che fare. Battezzato cristiano, spedito in terra ottomana come ostaggio ed educato alla fede musulmana ebbe come compagno di studi colui che sarebbe divenuto il suo più acerrimo nemico: Maometto II. Riconvertito al cristianesimo, passò la vita a detestare la maggior parte dell’umanità, dandone ampia prova con le sue famose torture. La sua preferita? Quella che gli valse il soprannome: l’impalamento.

Il soprannome

Questa pratica lo appassionava a tal punto che, si dice, ci fosse un’intera foresta di persone impalate (e no, non metaforicamente) davanti al suo palazzo. Pare anche che avesse l’abitudine di pranzare all’ombra dei corpi martoriati e che usasse discorrere amabilmente con loro: aveva infatti escogitato una tecnica per impalare le persone senza ucciderle sul colpo. Ebbe la fine che meritava? Boh. Esistono diverse versioni sulla sua morte, avvenuta circa nel 1476. C’è chi lo vuole morto per mano degli uomini del fratello, Radu il Bello; chi lo vuole ucciso per errore, scambiato per un turco; chi decapitato per mano ottomana; altri lo vogliono morto per un morso di pipistrello, in pieno stile Covid.

Storia e romanzo: due realtà ben diverse

Scena da Dracula di Bram Stoker

Uno pensarebbe che Vlad III e il Dracula di Bram Stoker siano la stessa persona…  E invece no. Sicuramente hanno dei tratti in comune, tra cui il cognome (Dracula) ma la verità e che effettivamente i due personaggi non coincidono. Dracula reale e Dracula letterario sono due personaggi completamente diversi, con poche caratteristiche in comune. Il celeberrimo vampiro dell’opera stokeriana è ben più antico dell’Impalatore di Valacchia. L’associazione tra i due (Dracula e Vlad) è semplicemente una congettura proposta da due studiosi – R.R. Florescu e R.T. McNally – e interpretata cinematograficamente da Francis Ford Coppola (tra gli altri).

Dracula a Napoli?

La presunta tomba di Dracula a Napoli, nel chiostro di Santa Maria la Nova

Negli ultimi anni, si è fatta strada un’affascinante proposta secondo la quale Dracula sarebbe tutt’ora sepolto in una chiesa del capoluogo campano. La teoria basa le sue fondamenta sul fatto che la presunta figlia di Dracula, Maria Balsa, avrebbe sposato un membro della famiglia napoletana dei Ferrillo. Il chiostro di Santa Maria la Nova ospita il sepolcro di uno dei Ferrillo e reca una figura molto particolare: un drago sopra un elmo e uno scudo. Questo blasone pare combinare insieme gli stemmi delle due famiglie. In particolare salta subito all’occhio la presenza del drago, forse il simbolo dell’Ordine a cui apparteneva Dracula.

L’ipotesi

Non solo: si notano inoltre diversi richiami all’ambito egizio. L’iconografia delle due sfingi contrapposte – mai comparsa in nessun’altra tomba europea – è l’emblema della città egizia di Tebe (in egizio Tepe) che richiamerebbe la parola “Ţepeş ” (“impalatore” in rumeno), soprannome di Dracula. E ancora non finisce qua. A ulteriore sostegno della tesi concorre un’iscrizione a tutt’oggi non ancora decifrata. Le uniche certezze risiedono nella matrice slava di questa lingua e nella ricorrenza della parola “Vlad”. Secondo alcuni studiosi la figlia di Dracula avrebbe riscattato il padre, fatto prigioniero dai turchi, conducendolo poi a Napoli, dove sarebbe morto. Per quanto intrigante, la teoria pare non avere molto seguito negli studi e ha aperto diversi dibattiti. Snobbata da moltissimi, ricordo comunque che nemmeno le altre ipotesi sulla collocazione del corpo di Dracula non appaiono molto più convincenti. Insomma, questo cadavere non viene fuori… Chissà, magari è ancora in mezzo a noi.

N.B. L’ipotesi qui descritta è ancora in fase embrionale, non è stata verificata e, come già accennato, non pare avere molto successo tra gli studiosi. Resta il fatto che effettivamente non si è ancora giunti ad una seria conclusione sull’ubicazione della tomba di Vlad III, tantomeno si sa come finì veramente i suoi giorni.

Ma di Mihawk avremo modo di riparlare…

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Bibliografia:

  • Cazacu, Dracula. La vera storia di Vlad III l’Impalatore, Mondadori, 2006, Milano
  • R. Florescu e R.T. McNally, Dracula, Prince of Many Faces: His Life and His Times, Brown & Company, 1989, Boston
  • Stoker, Dracula, Feltrinelli, 2011, Milano
  • Stoker e J.D. Barker, Dracul. Come tutto ebbe inizio…, Nord, 2019, Milano
  • http://www.oltreilchiostro.org

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