[articolo di Axel]
“C’era una volta un uomo che conquistò ricchezza, fama e potere”, insomma tutto ciò che si può desiderare in questo mondo. Si chiamava Gol D. Roger, il re dei pirati. Le sue parole in punto di morte spinsero la gente verso il mare…
“I miei tesori…? Se li volete, sono vostri… Cercateli. Ho lasciato tutto in un certo posto…”
E così in tutto il mondo iniziò l’era dei pirati.
Queste sono le parole con cui si apre una delle più lette opere manga di tutto il mondo, con delle semplici parole pronunciate da un semplice uomo, che hanno lasciato un segno indelebile in tutti i protagonisti della stessa, e in tutti noi lettori. Ma cosa sarebbe successo se quelle parole fossero state dette da un vero pirata, nella vita reale? Beh, qualcosa di simile è accaduto…
Precisamente il 7 Luglio 1730, viene condannato per pirateria e impiccato un noto pirata/corsaro dell’epoca, Olivier Levasseur, di origini francesi. Ovviamente questo nome non dirà nulla alla maggior parte di voi, proprio come non diceva nulla a me, ma entriamo meglio nello specifico.
Olivier Levasseur, soprannominato anche La Bouche ( la bocca), è un pirata vissuto tra il 1688/90 e il 1730, proveniente da una famiglia borghese benestante, diventato pirata dopo essere stato al servizio della marina francese, vanta non poche imprese lungo le coste africane. Ovviamente non starò qui a descrivervi nello specifico le sue imprese, perché non sono queste il motivo del nostro interesse per lui, ma qualcos’altro, qualcosa che disse lui stesso e che tutt’ora è rimasto in libri e romanzi pirateschi: Olivier Levasseur dichiarò di aver nascosto uno dei più grossi tesori della pirateria, stimato ad oltre un miliardo di sterline.
La leggenda dice che mentre si trovava sul patibolo, in punto di morte, questi prima di essere impiccato urlò del suo tesoro, si sfilò una collana che aveva al collo, la tirò sulla folla e disse:
“Trovi il mio tesoro, chi capisca…”
La collana conteneva un crittogramma scritto su 17 linee, e ovviamente, dal giorno della sua morte, di questa non si sa nulla. In molti hanno realmente provato a trovare il tesoro, ma tra tutti c’è un solo caso che si dimostra degno di nota… Nel 1923, la vedova di un certo Charles Savy, trovò alcune sculture sulla spiaggia di Bel Ombre, sull’isola di Mahè, a causa del basso livello di marea di quell’anno. Le sculture raffiguravano : Un cane, un serpente, una tartaruga, una cavallo, una mosca, due cuori uniti, un buco di una serratura, un occhio, una scheda elettorale dell’epoca, una giovane donna, e la testa di un uomo.
Un notaio pubblico di quel posto, incuriosito dal ritrovamento, e fermamente convinto che quei simboli fossero riconducibili a dei pirati, fece alcune ricerche e trovò due possibili connessioni.
La prima, era una mappa di una zona dell’isola , che comprendeva anche la spiaggia di Bel Ombre, con su scritto “proprietario del terreno: La Buse”; la seconda invece riguardava le ultime volontà di un pirata chiamato “Le Butin”, che morì due anni dopo Levasseur, e che scrisse di aver ricevuto da lui alcuni tesori. Le sue volontà contenevano anche tre crittogrammi e due lettere, una indirizzata al nipote, e una a suo fratello.
Dalla prima lettera, quella per il nipote, si estrapolarono più o meno queste parole : “Ho perso un sacco di documenti durante il naufragio… ho già raccolto i miei tesori.. ce ne sono quattro.. a sinistra troverete la chiave per le combinazioni e i documenti”
Mentre la lettera per il fratello fu di più facile traduzione: “Il nostro capitano si è infortunato, ha fatto in modo che io diventassi un massone e poi mi ha affidato le sue carte e i suoi segreti prima di andarsene. Promettimi che il tuo primogenito cercherà il tesoro e realizzerà il nostro sogno di costruire una casa… il comandante ci consegnerà i documenti, ce ne sono tre…”
Il notaio contattò la signora, e dopo alcuni scavi vicino alle sculture, scoprirono due bare, contenenti i corpi di due persone…
Le salme furono identificate come pirati, per gli anelli d’oro che avevano all’orecchio, e venne poi trovato un terzo corpo, senza bara questa volta, ma nessun tesoro emerse dallo scavo.
Nel 1947 l’inglese Reginald Cruise-Wilkins, un vicino di casa della signora Savy, studiò più accuratamente i documenti, ma il crittogramma si dimostrò molto più difficile da risolvere di quanto non sembrasse.
Provò a decifrarlo partendo dalle due lettere scritte da Le Butin, ma si rivelò inutile, e dopo aver accuratamente esaminato i caratteri del crittogramma stesso, arrivò alla conclusione che questi appartenessero ad un alfabeto misterioso, o quanto meno alla simbologia massonica.
Dopo continui studi però, Cruise-Wilkins scoprì un collegamento con lo zodiaco, le Clavicole di re Salomone, e perfino con le Fatiche di Ercole. Giunse alla conclusione che il crittogramma dovesse indicare dei compiti precisi, e che questi dovessero essere eseguiti in modo rigoroso; secondo le sue conclusioni infatti la camera del tesoro era da qualche parte sottoterra, e doveva essere raggiunta con cautela, perché protetta dal continuo sbalzo delle maree, e quindi soggetta a costanti allagamenti. Il lato più consono per poterla raggiungere , pensava fosse da Nord.
Fino alla sua morte, Cruise-Wilkins cercò e scavo su tutta l’isola di Mahè, ma fatta eccezione per delle vecchie pistole e alcune monete d’oro, non trovò mai nulla. Morì il 3 Maggio 1977, prima di riuscire a decifrare l’ultima parte del codice.
Suo figlio John, insegnante di storia all’ università, sta ancora cercando di decifrare il codice , ma dopo aver utilizzate attrezzature “all’avanguardia”, si dice deciso a tornare al “vecchio metodo”, sostenendo che il tutto sia collegato ad Ercole e alle sue fatiche, e che quindi occorra compiere azioni ben precise per arrivare a questo fantomatico tesoro, tutt’ora illibato.
Ad oggi nessuno si è avvicinato al tesoro più del signor Cruise-Wilkins, e molti ipotizzano che Levasseur mentisse su di esso, ma la cosa affascinante è proprio che nessuno potrà smentire le sue parole al cento per cento, fino al ritrovamento del suo enorme tesoro.
Bene, questa piccola parentesi sulla vita di quest’uomo completamente fuori dalla sfera Onepieciana ,spero non vi abbia annoiati troppo, ma è per farvi notare che ci sono non poche somiglianze tra ciò che fece lui e ciò che fece Roger; entrambi in punto di morte lanciarono un messaggio, un semplice messaggio che li lasciò per sempre impressi nella storia, con un alone di mistero e una superiorità che si spera , un giorno, possa avere un erede.
Oda non è nuovo di queste cose, come abbiamo visto in molti altri casi prende spesso spunti da fatti realmente accaduti o dalla mitologia, dalle leggende , o perfino dalla storia… ora non so se Oda abbia preso o meno spunto da questo personaggio per creare il Re dei pirati, ma molte sono le coincidenze , e altre cose che mi hanno fatto pensare sono anche i caratteri del suo codice, a mio parere molto, mooolto simili a quelli incisi sui poigne griffe dal popolo del regno antico!
Insomma, spunto o non spunto, One piece sembra essere presente nella vita reale molto più di quanto ci si immagini, e più imparo queste cose più mi chiedo se Oda sia un fottuto genio, o solo moooolto fortunato!
Bene ragazzuoli, spero che questo articolo vi sia piaciuto, perché per quanto strano possa essere, vi assicurò che questa è parte della nostra storia, a presto allora, con altre curiosità e ipotesi, e chi più ne ha più ne metta! Buona domenica a tutti ;D!