Jujutsu Kaisen 205: Stella e olio

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Jujutsu Kaisen 205: Stella e olio – l’ultimo capitolo di Jujutsu Kaisen che vede protagonista lo scontro tra Yuki e Kenjaku

Jujutsu Kaisen 205 – Stella e olio


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Allacciate le cinture perché questo è sembrato tutto meno che il capitolo di un manga per ragazzini. I concetti che Akutami ha introdotto – nel bel mezzo di uno scontro – sono così complicati ed astratti, quantomeno per noi, che ci sarà bisogno di tutta la vostra attenzione per seguire il filo dei discorsi.

Cominciamo con il titolo: finalmente i traduttori ci fanno notare che il kanji di olio nel titolo degli ultimi capitoli è lo stesso presente nel nome di Geto.

Yuki dà il cambio a Choso, che cade a terra esausto, venendo trasportato in un’altra delle porte del Corridoio Astrale.

Kenjaku pensa tra sé e sé che nonostante lei sia uno dei pochi stregoni di Grado Speciale, non è riuscito a trovare informazioni sulla tecnica maledetta di Yuki. Vuole mantenere le distanze, perciò decide di evocare lo spirito maledetto di Grado Speciale che ha utilizzato in America. Afferma che si tratta della maledizione proveniente da un dio asiatico, che può rimuovere qualsiasi ostacolo, che può “intrappolare” un concetto con la sua tecnica maledetta.

Yuki risponde subito appallottolando il suo shikigami, il cui nome è Garuda, dall’omonimo gigante uccello divino che appare nella mitologia induista e buddhista. Con un potente calcio lo scaglia contro la maledizione, distruggendola in un colpo solo, per poi colpire in pieno Kenjaku con un pugno.

Jujutsu Kaisen 205

Yuki rivela il nome della sua tecnica: Massa. Kenjaku viene scagliato così lontano che afferma di aver aperto un buco nella definizione circolare della barriera sunyata. Aggiunge inoltre che il principio dietro la tecnica di Yuki è l’infusione nel suo obiettivo (in questo caso Yuki e il suo Garuda, come ci rivela in seguito lei) di una massa così spropositata che non può essere definita semanticamente pragmaticamente.

Ed è qui che comincia la discesa dalle montagne russe. Cercherò di tradurre cosa rappresentano questi quattro concetti appena presentati.

Śūnyatā (traducibile come vacuità) è una delle dottrine fondamentali del buddhismo, che può essere compresa in tre modi: essenza, sostanza e fenomeno.

  • Esempio 1: l’essenza dell’acqua è la sua umidità, poiché senza di essa non potrebbe più essere chiamata acqua. Dunque l’umidità è una proprietà fondamentale dell’acqua.
  • Esempio 2: una sostanza dell’acqua è l’idrogeno, poiché senza di esso non sarebbe più acqua. Perciò l’idrogeno è una sostanza più semplice dell’acqua.
  • Esempio 3: il fenomeno della quantità di moto (prodotto di massa e velocità) è la massa, poiché senza di essa non vi sarebbe nessun moto. Quindi la causalità (rapporto di causa-effetto) della massa è più semplice della causalità del moto.

Con tali esempi, possiamo immaginare che se svuotiamo la nostra realtà vi troveremo delle entità ontologiche (che definiscono l’essere in quanto tale) nello stato di puro sunyata/vacuità, dal quale non possono essere ulteriormente svuotate.

  • Esempio 4: la sostanza “0” e il fenomeno della “ricorsione” (una tecnica che permette di risolvere un problema suddividendolo in problemi più semplici) sono il vero sunyata/vacuità dell’insieme dei numeri reali, perché possiamo costruire i numeri naturali da questi due sunyata. E da qui, possiamo costruire i numeri interi. E così via fino a quando non siamo in grado di costruire l’intero insieme dei numeri reali.

Con ciò, possiamo supporre cosa voleva intendere Kenjaku con “barriera sunyata“. Potrebbe essere la basica composizione di qualsiasi cosa all’interno della barriera, oppure gli stessi poligoni che la compongono.

Passiamo ora alla definizione circolare. In logica e filosofia, la definizione circolare è la definizione di qualcosa che usa se stessa per definirsi.

  • Esempio 1: il rosso è il resso.
  • Esempio 2: l’ossigeno è acqua che non ha idrogeno. Questa è una definizione circolare perché il concetto dell’acqua prevede la presenza di ossigeno. Perciò può diventare: l’ossigeno è “qualcosa le cui molecole contengono un atomo di ossigeno e di idrogeno”, che non ha idrogeno. Ciò è una definizione circolare perché definisce l’ossigeno utilizzando l’ossigeno.
  • Esempio 3: essenzialmente tutte le funzioni ricorsive della matematica. Nonostante non siano tutte completamente circolari, possono esserlo definite fino ad un certo punto.
  • Esempio 4: le ricorsioni nei frattali come il triangolo di Sierpiński, la cui costituzione è il triangolo stesso. E’ definito circolarmente.

All’interno della barriera di Tengen vediamo sempre gli stessi elementi, come gli alberi di pino. Perciò, la struttura della barriera potrebbe essere definita circolarmente come il triangolo di Sierpiński. Quando Kenjaku ha affermato che Yuki ha aperto un buco nella definizione circolare della barriera, Kenjaku non ha raggiunto il confine della barriera, poiché si vede un altro albero di pino dietro allo squarcio. Bensì il pugno di Yuki è stato così forte da aver rotto la definizione circolare stessa della barriera, facendo volare via Kenjaku oltre il vero confine della barriera, che con un pugno normale non avrebbe mai raggiunto.

Jujutsu Kaisen 205

I concetti di semantica e pragmatica sono più conosciuti in logica e filosofia come intenzione ed estensione. Sono metodi utilizzati per definire un concetto. La semantica li definisce dandone una descrizione il più accurata possibile. La pragmatica li definisce elencando tutto ciò che rappresentano (il rosso sarà il colore del punto nella bandiera giapponese, il colore di un rubino, il colore di una rosa, etc.).

Riferiti alla tecnica di Yuki, Kenjaku ci vuole dire che la massa virtuale che lei applica ai suoi colpi è così immensa che non può essere né definita a parole né concettualizzata. Inoltre il termine utilizzato è lo stesso che utilizza Gojo per il Bagliore Viola nel capitolo 75, tradotto come Espressione Immaginaria.

Una massa virtuale è un concetto in fisica secondo il quale un oggetto si comporta come se avesse una certa massa, ma in realtà ne ha un’altra. Una massa immaginaria è un altro concetto invece secondo il quale una massa diventa negativa quando viene elevata al quadrato. Probabilmente Gege non stava neanche pensando a questi concetti, ma calzano a pennello con le tecniche di Yuki e Gojo perché entrambe hanno una presenza reale nel mondo, che le rende virtuali piuttosto che immaginarie.

Yuki chiama la sua tecnica Bom-ba-ye, che in kanji si traduce come Ira della Stella, mentre in furigana con “finiscilo!“. Deriva dall’espressione “boma ye” della lingua lingala (nel Congo) che è stata ripetutamente cantata nello storico incontro di pugilato Rumble in the Jungle tra Muhammad Ali e George Foreman. E’ stata poi assegnata come sigla d’entrata al wrestler giapponese Antonio Inoki in segno di rispetto dopo il suo match contro Ali. Inoki è morto il primo ottobre di quest’anno, quindi è stato probabilmente un omaggio da parte di Akutami al suo personaggio.

Jujutsu Kaisen 205

Tornando allo scontro, i due si analizzano a vicenda. Kenjaku ha una terza tecnica che ha a che fare con la gravità, e nel peggiore dei casi potrebbe averne una quarta. Tuttavia può utilizzare le tecniche che estrae dall’Uzumaki una sola volta, dato che non ha ancora utilizzato la Mutazione Oziosa di Mahito nello scontro.

Yuki potrebbe avere un asso nella manica che prevede un immenso quantitativo di energia malefica, e i suoi spiriti non possono nulla contro di lei. Entrambi sembrano in una situazione di stallo, ma il piano di Yuki è ancora quello di costringere Kenjaku ad utilizzare il suo Dominio.

Cosa che alla fine lui decide di fare, deducendo che se non è stata lei a farlo per prima è solo perché non è sicura di poter vincere in un eventuale scontro tra Domini. Perciò Kenjaku posiziona i dorsi e le dita delle sue mani l’uno contro l’altro ed espande il suo “Onniavvolgente Garbhadhatu“. Da terra si erge una colonna scura di facce contorte (che ricordano sempre quelle di Junji Ito), alla cui base vi sono tre figure umanoidi maschili accovacciate, e nel mezzo altre tre femminili a mezzo busto e decapitate le cui braccia si collegano a vicenda.

Jujutsu Kaisen 205

Yuki non cede alla provocazione e dà il segnale a Tengen, che si prepara ad espandere il suo Dominio.

Il sigillo utilizzato da Kenjaku per espandere il suo Dominio è l’ottava forma, su dodici, del gasshō (modi di congiungere le mani) dell’antica India. Garbadhatu invece, in breve, è un grembo. Nel Buddhismo giapponese vi è il concetto di due regni: il Vajradhatu, Regno di Diamante, associato alla saggezza e alla verità finale, e il Garbhadhatu, il Regno del Grembo, associato alla compassione e alla pratica mondana. Nei templi giapponesi sono spesso presenti i mandala di questi due regni, e quello di Garbhaddhatu rappresenta un grembo dal quale si apprende la compassione e si emerge illuminati.

L’onniavvolgente sta invece per un termine cinese che significa figurativamente ovunque. Anche se vi è un’accezione negativa, poiché compare in termini come cadaveri morti dalla fame ovunque e vittime di disastri ovunque.

Conclusioni

Finalmente abbiamo scoperto anche le abilità dell’ultimo stregone di Grado Speciale della serie, e non ci hanno deluso affatto. Possiamo affermare con sicurezza che anche tra gli stessi Gradi Speciali ci sono anni luce di differenza: in un normale scontro Yuki avrebbe asfaltato (il vero) Geto. Kenjaku sta sopravvivendo solo perché dispone di più tecniche oltre ai suoi spiriti.

Ovviamente non potevano mancare la fisica e la matematica anche nella tecnica di Yuki, sperando che Gege assumerà qualcuno di competente per spiegarcela nel dettaglio come ha fatto per la tecnica di Gojo. In ogni caso oltre ad essere oggettivamente stupenda, la trovo anche molto coerente con il suo personaggio. Essendo lei un Fluido del Ventre Astrale, ha senso che abbia una tecnica che ha a che fare con le stelle. Infine, possiamo dire che si vede proprio che è stata lei ad addestrare Todo.

Yuki ha raggiunto il suo obiettivo: spingere Kenjaku ad utilizzare il suo Dominio. Lui crede di avere la vittoria in pugno, ma lei non sembra intimorita, perché hanno già pensato ad una contromisura. Tengen è un po’ esitante, ma essendo lui il più esperto di tecniche di barriera – e quindi anche di Dominio – al mondo, dovrebbe riuscire a contrastare quello di Kenjaku.

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