La controversa Dressrosa

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[articolo di Gori Mihai]

È da poco tempo che seguo e partecipo attivamente alle discussioni, inerenti a One Piece, sulle maggiori piattaforme digitali che trattano tale argomento. Da quando sono arrivato ho potuto però riscontrare subito un malcontento generale riguardo l’ultima saga ideata dal maestro Oda. Lo so che è appena uscito un articolo su Dressrosa, ma vi giuro che stavo già lavorando al pezzo prima che questo fosse pubblicato. Fortunatamente, il caso ha voluto che i due articoli trattassero si, lo stesso argomento, ma andassero ad analizzare due aspetti differenti ma complementari della suddetta saga.

Molti affermano che Dressrosa stia diventando troppo noiosa, ma pochi sanno spiegare i motivi di tale affermazione. Ci si limita a tirare in ballo, spesso e volentieri, la sua lunghezza. Non è che non abbiano in parte ragione, ma ci arriveremo presto a questo punto (abbiate pazienza).

Ora che siamo finalmente agli sgoccioli, possiamo dare uno sguardo generale e capire effettivamente come si è svolto l’arco narrativo di Doflamingo.

L’ANALISI DELLA STRUTTURA

Prima di tutto volevo farvi notare come Oda abbia deciso di strutturare la saga, in modo molto diverso rispetto alle altre: abbiamo infatti una prima parte formata dai primi tre volumi (dallo sbarco su Dressrosa fino alla cattura di Law da parte di Doflamingo). Ed è proprio su questa parte che vorrei focalizzarmi.

Ho notoato che, diversamente dagli altri spezzoni narrativi, qui abbiamo proprio una divisione netta in micro-saghe. Se magari ad Alabasta o Enis Lobby la ciurma si divideva per sconfiggere i vari nemici al raggiungimento di uno scopo comune (proteggere Bibi nel primo caso e prendere le chiavi di Nico Robin nel secondo), a Dressrosa uno o più personaggi sono impegnati in una vicenda quasi a se stante: Rufy combatte nel colosseo per il frutto di Ace, Kin’emon va a cercare il suo compagno scomparso, Zoro cerca la sua spada, Nami e gli altri proteggono la nave, Franky bene o male cerca informazioni e insieme a Law porta avanti la TRAMA PRINCIPALE.

 

La domanda che qualcuno si potrebbe fare ora è: ma perché così tante sotto-saghe? Mi pare ovvio! Con il proseguire della storia tutto si evolve quantitativamente e/o qualitativamente: lo stile di combattimento, gli argomenti trattati e i VILLAIN. Più si va avanti e più i Mugiware incontrano tipi pericolosi e potenti; ma ci sarà qualche maledetto motivo se questi sono più pericolosi? Si, intorno a loro girano tantissimi affari, paesi, merci e persone. Quale esempio migliore del nostro caro Mingo come rappresentazione concreta di questa evoluzione? Esponente del mondo criminale, ex Drago Celeste, fabbrica frutti artificiali per kaido … insomma avete capito: data la sua complessità, è giusto dedicargli un certo tempo. Prima di arrivare a lui bisogna passare per i suoi satelliti che gli orbitano intorno. E proprio a questo è servito la prima parte di Dressrosa, dove vari personaggi girano intorno a lui per i motivi più disparati (combattenti del colosseo, armata rivoluzionaria, marina, etc), apparentemente senza una correlazione reale. E chiaro che Doflamingo ha costruito un’enorme rete intorno a lui e per arrivare a lui bisogna prima demolirla.

Per me la vera saga, come la intendiamo noi, inizia con la cattura di Law di Rufy dal Colosseo e con la volontà (che diventa sempre più collettiva) di raggiungere il fatidico obiettivo comune: fermare Doflamingo! E ovviamente il nostro caro Oda pensa bene di mettere da parte la Sunny (Nami, Brook, Chopper e Momo) una volta che i partecipanti del Colosseo diventano (diventeranno) alleati per non creare una sovrabbondanza di personaggi.

La seconda parte vede Rufy che va a castello per darle a Mingo, Usop e Robin che cercano di liberare i giocattoli; dopo averli liberati Mingo si rifà, butta fuori tutti dal palazzo e da la inizia la rincorsa dei guerrieri.

 

LE CRITICHE

Dopo tutto questo preambolo vorrei illustrare cosa, secondo la mia modesta opinione, ha suscitato scalpore. PS: vi avviso che da qua in avanti farò riferimenti agli eventi accaduti nel manga e non ancora riprodotti in forma animata, quindi salvatevi questo articolo nei preferiti e andate a leggere tutti i capitoli successivi XD.

  1. Se è vero che, almeno teoricamente, la saga è stata divisa in due parti, in realtà questa separazione non è stata percepita dai lettori in quanto gli eventi si svolgono sulla stessa piccola isola.

  2. Tanti personaggi forti che non fanno un cavolo e che sono “costretti” a stare in questa gabbia. Almeno ad Alabasta Ace e Smoker se ne sono andati per i fatti loro.

  3. Il punto 2, nella seconda parte della saga, porta ad uno squilibrio tra i protagonisti e gli antagonisti. Da un certo punto di vista è anche colpa delle dimensioni ristrette dell’isola che non offre tanti scenari di sviluppo. Infatti nonostante siano stati messi da parte i membri sulla Sunny, personaggi come Fujitora, Sabo, Cavendish gironzolano qua e là.

  4. Di nuovo, a casua del punto 2, la suspance che avrebbe dovuto creare la gabbia si è dissolta nell’enorme fiume di personaggi. È impossibile per il lettore non pensare che questa gabbia non possa essere fermata e distrutta facilmente da questi “mostri”. Ma sappiamo tutti (quelli che seguono il manga per lo meno) che così non è stato.

Sicuramente Oda darà una spiegazione a riguardo, resta però il fatto che queste apparenti esigenze di trama rovinano quella tensione classica di ogni fine saga (il gas mortale di Punk Hazard, il sole di Thriller bark e il mega attacco di Ener).

  1. Gli scontri finali hanno deluso le aspettative. Infatti dopo 60 capitoli le persone si aspettavano qualcosa di più entusiasmanete (e forse anche violento). Invece gli scontri di Zoro e Franky si protgraggono “troppo” (quasi per tutta la seconda parte).

  2. Il flashback di Law viene messo proprio prima dei combattimenti finali, questo non fa altro che aumentare quella sensazione di dilatazione temporale prima di arrivare agli scontri.

 

LE CONCLUSIONI

Per i pochi che sono arrivati fino a qua, ecco finalmente le mie conclusioni riguardo le critiche mosse a questa saga.

Come molti hanno fatto notare, se da un lato l’anime trasmesso in televisione ha fatto avicinare al manga persone che prima non avevano un particolare interesse, dall’altro lato una parte di queste persone è arrivata con un’idea sbagliata di One Piece: in partiolare quelli che hanno iniziato da Marineford e credono che l’opera sia solo botte, quando in verità, prima di arrivarci, ci abbiamo messo anni. Non è altro che un incredibile epilogo della prima parte del manga . Io non li biasimo, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico; consiglio ai suddetti di riniziare l’opera da capo per capire cosa sia realmente e quale sia il taglio a cui punta.

Ma ci sono anche molti lettori di vecchia data che criticano Dressrosa, non certo (o non solo) per le ipotetiche contraddizioni della saga, ma PER COME è STATA STRUTTURATA E GESTITA. Ed è qua voglio andare a parare.

La gestione della saga, per quello a cui doveva portare, è stata perfetta. Già immagino tutte le ondate di critiche e di indignazione, ma aspettate un attimo. Vi ricordo, se l’aveste dimenticato, che, nonostante non l’abbiamo ancora visto, siamo da un bel pezzo nella macro-saga di kaido. Rifletteteci, siamo partiti con Punk Hazard dove i Mugi e Law hanno catturato Cesar e distrutto il macchinario di produzione del SAD (uno dei punti chiave del potere dell’imperatore); poi siamo passati a Dressrosa con Doflamingo, ovvero il “braccio destro” di kaido. Eh già … è lui a produrre il SAD (Cesar è suo subordinato) e successivamente i frutti artificiali; è lui a commericializzare le armi che, da quello che abbiamo visto nelle mini-avventure, sembrano prodotte dall’imperatore. Ed è lui che, guardacaso, si è occupato dei samurai (e secondo voi a chi sono collegati? A Big Mom?). Dopo questa saga ci aspetta finalmente lo scontro diretto con kaido.

Per capire meglio vi propongo un paragone, ovvero accostate la saga di kaido alla costruzione di una grande casa: per prima si fanno le fondamenta (Punk hazard), poi si costruisce la struttura portante. All’inizio le mura sono separate, ma poi si uniscono tutte tra di loro (vi ricordate le micro-saghe delle quali ho parlato ad inizio articolo? Le quali si uniscono?), fino a dare quella costruzione grezza senza nessuna decorazione. E alla fine si aggiunge il resto (finestre, porte, mobili, vernice) che cambia nettamente l’aspetto complessivo. Prima che possiamo apprezzare Dressrosa realmente dobbiamo aspettare ancora un po’ di tempo.

E quindi? Quelli che criticano sono ignoranti e non capiscono niente? Assolutamente no! Anzi ci sono persone nettamente più qualificate di me in One Piece, però sbagliano in una cosa: leggere One Piece a capitoli, senza capire la struttura generale. Lo faccio anche io per carità; mi piace leggere ogni settimana un nuovo capitolo, però so che è bene rivedere (e riguardare) una seconda volta, in maniera più scorrevole e con una visione più ampia. Io so che Dressrosa è un trampolino di lancio, e quando devo giudicare parto da questo presupposto. Il problema della lettura a capitoli è che non ti da una visione generale, ma ogni settimana ci fa focalizzare sul singolo capitolo e su delle “contraddizioni” insignificanti che, alla fin fine, hanno sempre caratterizzato One Piece.

Ora voglio provare ad anlizzare un po’ tutte le critiche emerse sopara da questa “nuova prospettiva”:

  1. La divisione della parte iniziale in micro-sagne è palese. In particolare c’è la prevalenza di quella del colosseo, con la sua ambientazione specifica e con i suoi combattimenti, che hanno raggiunto il loro massimo culmine nella battarglia tra Lucy e Don Chinjao. Bella anche Green Bit. Tra l’altro il battle royale di Rufy nel colosseo non vi ricorda per caso una piccola saga antecedente 8e di preparazione) ad Alabasta?.

È chiara come il sole anche la spaccatura tra le micro-sagne di preparazione e l’inizio della vera saga (è finito il tempo dove tutti fanno i cavoli loro ed è iniziato il momento di collaborare).

  1. Tutti questi personaggi “forti” e importanti (Bartolomeo, Cavendish, Don Chinjao) sono stati riuniti apposta da Oda. Li vedremo molto probabilmente quasi tutti nella guerra contro kaido ed è giusto non spremere subito il loro potenziale.

  2. Gli scontri finali sono stati quello che dovevano essere. E come ho detto l’attesa (dei duelli finali) non va stimata a tutto l’arco di Dressrosa, ma partendo da tre volumi dopo, quando è iniziata la vera saga, dato che si contano anche gli scontri del Colosseo.

  3. Stessa cosa vale per il flash back: alla fine il tempo va stimato in base AL VERO INIZIO DELLA SAGA. Per chi aspettava i combattimenti, vi ricordo che ce ne sono stati per tutta la micro-saga del colosseo. Poi è stato piazzato in un momento abbastanza statico dal punto di vista della trama. Quindi ancora una volta ottima la gestione (l’unica cosa è che si tratta sempre del solito, “classico” flashback).

  4. Lo scontro Zoro vs Pika ha avuto un significato più profondo degli altri proprio grazie alla sua lunga durata. Zoro è fortissimo, si è visto sin dall’inizio che Pika era in netta difficoltà, MA questo non basta: senza una strategia Zoro poteva combattere ancora per molto, e infatti finchè non ne ha trovata una ha continuato a combattere. Quale miglior occasione per temprare il punto debole del nostro spadaccino? Forse Zoro non ha fatto un grande eforto fisico, ma ha superato se stesso dal punto di vista mentale.

Invece Senior avrà un ruolo molto simile a quello che ha avuto Mr. 2 ad Alabasta, ed è giusto che sia stato ben caratterizzato e gli sia stato concesso un po’ più di spazio. Sappiamo che Oda non fa mai niente a caso. PS: questa è la cosa di cui sono meno sicuro, mettiamo un 70%

LA FUNZIONE DELLA GABBIA

Voglio fare un discorso a parte riguardo la gabbia. È chiaro che, se c’è qualcuno che adesso potrebbe fermare e distruggere questa gabbia, quelli sono Fujitora e Sabo. il primo non fa altro che essere coerente con quello che ha fatto fin’ora: pensare sempre ad un fine superiore e non a quello immediato e contingente. Ricordiamo che nella locanda 8ad inizio saga) non ha voluto occuparsi di Rufy (figlio di Dragon – è bene ricordarlo) perché in quel momento credeva ancora che doffy fosse uscito dalla flotta dei sette e voleva (doveva) occuparsi di lui. Ha saputo pensare alla cosa più importante da fare. Poi ovviamente i suoi piani sono stati troncati dai Draghi Celesti. Ma comunque la sua intenzione è eliminare questa flotta, che porta solo problemi, non solo per il Governo, ma anche PER LA POPOLAZIONE di tutto il mondo. Attaccare Doflamingo non lo aiuterà certo nella relizzazione del suo intento e vuole lasciare questo compito agli altri per non compromettere il suo piano.

Resta il problema della suspance: alla fin fine se dovesse esserci proprio bisogno (ovviamente non accadrà mai) i due personaggi sopra citati non esiterebbero ad intervenire. Ma basta solo la loro presenza a screditare l’infallibilità della gabbia agli occhi del lettore.

Ma se per caso fosse un altro l’obiettivo finale della gabbia? Si, lo è! E questo fatidico obiettivo è coerente con tutta la struttura della saga. Siamo partiti da delle micro-saghe nella prima parte che si sono trasformate in micro-trame e infine questa gabbia ha riunito tutti (sotto la trama principale) per un unico obiettivo che, per essere raggiunto, ha bisogno della partecipazione di tutti. La gabbia non fa altro che avvicinare questi personaggi (sia fisicamente che psicologicamente) verso un centro di coesione che, da Doflamingo, si sta spostando su Rufy (letteralmente e metaforicamente). Nel senso che, se prima il loro unico punto di legame era indirettamente Doflamingo, con il restringimento della gabbia si sta creando un rapporto tra questi personaggi. Vi ricordate cosa dicevo prima, riguardo alla macro-saga di kaido?

TUTTO QUESTO PER DIRE CHE …

Come ogni saga è divisa in varie parti, ognuna delle quali va a sviluppare diversi aspetti (trama, combattimenti, etica), vale lo stesso per l’intero arco narrativo dell’opera, dove possiamo riscontrare varie tipologie di saghe, e lo ripeto: per quella che era la sua funzione, Dressrosa è stata un’ottima saga che ha aperto molti scenari e che di fatto è un punto di partenza per molte cose. Forse è stato questa il “problema” principale. Tante cose aperte e quasi nessuna conclusa, se non la sconfitta di Doflamingo, ma questo è assolutamente coerente con quello che la saga deve essere (voglio farvi capire questo concetto).

Io personalmente faccio i complimenti a Oda per questa scelta: lasciare alle spalle la classica divisione netta delle saghe per dare maggiore continuità alla struttura generale dell’opera e per eliminare gli archi narrativi a compartimenti stagni. La trovo una scelta coraggiosa perché fa ad incidere negativamente sui lettori settimanali che potrebbero abbandonare la lettura dell’opera. Alla faccia di chi dice che one Piece è fan-service.

Dove voglio arrivare? Da nessuna parte. Anzi, prima di andare avanti devo avere una base solida da cui partire, una base che spero di aver contribuito a costruire per tutti gli appassionati di One Piece. Se non l’avessi fatto spero almeno che sappiate farlo meglio voi con gli strumenti che ho lasciato alle mie spalle XD.        

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