La saga di Wano e il Giappone: una critica o un atto d’amore?

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In One Piece comincia la saga di Wano: Oda ne approfitterà per criticare o elogiare il suo Giappone?

Che Wano sia un’allegoria del Giappone ce lo ripetiamo da settimane, quindi passiamo alla questione successiva: di quale Giappone per l’esattezza Wano è l’allegoria?

Sino al capitolo 911 di Wano sapevamo solo che era terra di Samurai e di spade leggendarie, per cui la risposta pareva semplice: Wano rappresenta il Giappone feudale, o comunque quella che era la società giapponese sino al 1869, anno di conclusione della Guerra Boshin e di inizio dell’epoca Meiji.

Per contestualizzare è necessario un breve riassunto di parte della storia giapponese: nel periodo Edo, che comprende il ‘600 e il ‘700, il potere non fu detenuto dal Tenno, l’Imperatore (ridotto ad una mera funzione sacrale) ma dallo Shogun, di fatto il vero capo di stato d’un Giappone nel quale il potere centrale era molto deboli e i signori locali comandavano indisturbati. Contestualmente venne adottata una politica isolazionista: agli stranieri non era permessa la permanenza, né vi poteva essere forma alcuna di commercio (vi ricorda qualcosa di Wano?)

La situazione si sbloccò nel 1853, quando le “navi nere” statunitensi si presentarono nella baia di Tokyo intenzionate a far terminare l’isolazionismo e far commerciare il Giappone con gli Stati Uniti, con le buone o con le cattive. A causa della crisi politica che ne conseguì scoppiò la Guerra Boshin, al termine della quale le truppe fedeli all’Imperatori sconfissero quelle dello Shogun. Nel 1869 ebbe così inizio l’Epoca Meiji: il potere tornò nelle mani dell’Imperatore, i Samurai furono messi fuorilegge, il potere centrale tornò a rafforzarsi ed ebbe inizio l’industrializzazione del paese.

Tornando a One Piece, la Wano che comincia a delinearsi alla fine del capitolo 911 è più complessa di come ce la saremmo aspettata: un paese bellissimo ma pieno di tratti negativi, come l’isolazionismo (riferimento al periodo Edo), la presenza tangibile dei pirati di Kaido (riferimento all’arrivo degli statunitensi del 1853 e alla loro pressioni sul governo giapponese; ritengo meno probabile che possa essere un riferimento all’occupazione del paese a seguito della Seconda Guerra Mondiale), lo strapotere dello Shogun (di nuovo periodo Edo). La tossicità dei corsi d’acqua per via delle fabbriche di Kaido mi pare un riferimento al periodo Meiji e alla suddetta industrializzazione.

Insomma, con la saga di Wano pare che Oda non si voglia limitare ad una semplice operazione “Amarcord”, solo per destare l’attenzione dei lettori connazionali e mostrare quanto fosse bello il Giappone dei tempi andati. Wano è una terra bellissima, ricca di natura e storia, ma funestata da alcuni mali dell’epoca Edo del Giappone reale (isolazionismo, Shogun) e da altri dell’epoca Meiji (i diktat delle potenze straniere -Kaido- e la crisi ambientale dovuta all’industrializzazione). Oda non fa l’encomio d’un determinato periodo storico per demonizzarne un’altro, ma li soppesa e li critica entrambi. La saga di Wano, già dopo questi pochi capitoli, promette di essere una riflessione sociale, una critica e contemporaneamente un atto d’amore al Giappone. E personalmente non vedo l’ora di vivere i prossimi capitoli.

ARTICOLO DI TOM

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