La storia dei Frutti del Diavolo e il risveglio dei loro poteri

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[una teoria? Una fiaba…]

FRATELLI!

Credo che forse questa sia la primissima volta che scrivo qualcosa che abbia a che fare con le speculazioni, con le teorie che non hanno nessun riscontro ufficiale. Anche se, forse credo di averne già scritta una, riguardo Kaido (che puntualmente si rivelò errata, ma credo proprio che nessuno di voi l’abbia letta, per cui facciamo finta che questa sia la prima).

Come da titolo, oggi andremo ad analizzare (se di analizzare si tratta dato che parlerò di cose astratte) questo nuovo coniglio che Oda ha tirato dal suo cilindro. Abbiamo già la “merdarmatura” che rende i Rogia dei frutti normali come gli altri e che soprattutto rende inutile qualsiasi catalogazione delle spade in scarsa, buona, ottima, eccellente fattura. Se hai un bastone di bambù del cazzo e sai annerire, allora puoi prendere a mazzate anche un Rogia del fumo vice-ammiraglio della Marina militare. E se hai un bastone di bambù del cazzo e sai annerire, non c’è spada maledetta che possa tenerti testa.

   

A cosa serve lo spiegone iniziale a Logue Town del venditore di spade che disse a Zoro che le lame sono suddivise in base alla fattura e che possono essere micidiali proprio grazie al loro materiale? A cosa serve avere, ad esempio, spade di “eccellente fattura” se poi, come dico sempre io:

 

L’IMPORTANTE E’ CHE SAI ANNERIRE!

(e anche un bastone di bambù può battere una “spada maledetta con la lama nera”)

Purtroppo ci tocca mangiare questo antipasto fecale (grazie Maestro) e mentre lo accettiamo, mentre questa schifezza la stiamo (quasi) digerendo, ecco che arriva la portata principale.

Ma non necessariamente deve essere una porcata come l’Ambizione, no?

Ed ecco lo scopo di questo articolo-barra-teoria-barra-perditaditempo-barra-fuggiteschiocchi! [cit.], cercare di dare una spiegazione al Risveglio e tentare di collocarlo in modo razionale in quello che credo, e spero, potrebbe significare questo potere dal mio personale punto di vista.

Prima di parlare del Risveglio però, ho bisogno di partire dall’inizio per andare a riprendere questo discorso più avanti.

Solo adesso, mentre sto scrivendo, mi rendo conto di quanto difficile sia spiegare una cosa del genere. Non ho la minima idea di come raccontarvela, proverò a farlo come se si trattassero di cronache, come se io fossi la voce narrante. Partiamo dal principio:

elementi naturali

Ci fu un tempo in cui gli elementi della natura dominavano incontrastati sul mondo. Aria, acqua, fuoco, terra erano le divinità, i governatori indiscussi di tutto. Avevano il potere di cambiare le stagioni, di far crescere le piante, di muovere le maree, le tempeste, di provocare la morte. Gli animali avevano paura di loro. Tutto questo continuò per milioni e milioni di anni, fin quando una razza si fece avanti, si evolse, non particolarmente difficile da gestire in quel tempo, ma aveva una peculiarità che gli altri animali non avevano: riuscivano ad adattarsi e a cambiare in base al luogo o evento infausto in cui si trovavano. L’uomo apparve sulla Terra.

All’inizio le persone avevano timore degli elementi a tal punto da venerarli come divinità, come dèi per tenerseli buoni. Iniziarono a fare sacrifici in loro onore, a fare preghiere, ad adorarli perché non volevano averli contro.

Tuttavia l’essere umano ha per sua natura quella capacità particolare che nessun altro animale ha e aveva. Non era dotato di particolari arti naturali, ma aveva la capacità di procurarseli, non era dotato di pelo che potesse proteggerlo dal clima ma poteva procurarselo.

Riusciva ad adattare l’ambiente alle sue esigenze. E così fece. Iniziò a modificare l’ambiente circostante per renderlo più adatto alle sue esigenze.

Questo fece infuriare gli elementi che vedevano le azioni dell’uomo come un insulto, come un raggiro a loro stessi, come se fosse una sorta di arroganza che gli umani riuscissero a fare a meno di loro, come se riuscissero a dominarli. L’uomo iniziò questo suo cammino verso l’evoluzione intellettuale e progressivamente iniziò a fare sempre meno sacrifici alle loro divinità.

Gli elementi si scagliarono su di loro. Pensarono però di non ucciderli, perché se così avessero fatto, avrebbero rotto l’ecosistema in quanto gli umani facevano comunque parte della catena alimentare. Pensarono invece di indebolirli, di mandar loro un messaggio, di impaurirli in modo che tornassero a venerarli e che stessero al loro posto.

 

Si presentò il demone del gelo, chiamato Hie, che scatenò quella che nei testi venne chiamata “Era Glaciale”; ma l’umano sopravvisse e grazie a questo scoprì il fuoco.

E arrivò il demone del fuoco chiamato Mera che incendiò tutti i raccolti, ma l’umano sopravvisse.

E il demone della lava chiamato Magu fece esplodere tutti i vulcani ma l’umano sopravvisse.

Il demone dei fulmini, Goro, creò tempeste gigantesche ma l’umano sopravvisse.

Magu

Mano a mano che si presentavano gli elementi, e mano a mano che gli umani riuscivano a domarli, questi diventavano sempre più forti, più resistenti ai cambiamenti e sempre più capaci di gestire il potere di questi demoni. L’Era Glaciale scagliata dal demone Hie costrinse gli esseri umani ad inventare il fuoco senza chiedere il permesso al demone Mera. Mentre tutti i raccolti vennero incendiati, gli esseri umani si costrinsero ad inventare metodi di coltivazione alternativi. I millenni venivano scanditi continuamente dalla lotta perenne tra gli umani e gli elementi e gli umani la vinsero sempre, in qualche modo, uscendone vincitori e più forti. Molte persone morivano, ma tantissime altre sopravvivevano dimostrando la grande capacità di adattamento che l’umanità era riuscita a sostenere. Così progredirono sempre di più con la scienza e con la civiltà e con essa sparì quella forma di reverenzialità che avevano gli umani primitivi verso le loro “divinità”. Non c’erano più sacrifici, c’era la scienza.

 

E poi arrivò la guerra.

 

La battaglia che avvenne successivamente fu per arroganza ed egoismo da parte di coloro che gli esseri terrestri chiamavano “divinità”.

Gli elementi vollero risolvere la faccenda degli umani una volta per tutte. La loro avidità fece infuriare i guardiani del mondo a tal punto da rendere anch’essi ciechi e pieni di invidia verso degli individui che dimostrarono di essere indipendenti dalla furia degli elementi.

E ci fu uno fra questi, il più forte, il demone dell’acqua che condusse la battaglia. Lui era il più forte perché era il più presente sul pianeta. La maggior parte del globo terrestre infatti è inondato da acqua salata, dolce o salmastra, per cui il potere maggiore sul pianeta era dovuto al suo elemento.

Il demone dell’acqua provava un’invidia molto marcata verso gli esseri umani, e il motivo potrebbe sembrare ironico: l’uomo aveva le capacità dell’acqua… e viceversa…

Se mettiamo l’acqua in una bottiglia, essa prende la forma della bottiglia; se la mettiamo in un bicchiere, essa prende la forma di un bicchiere e così via, l’acqua riesce ad adattarsi ad ogni forma solida, esattamente come l’essere umano riesce ad adattarsi ad ogni situazione e a uscirne, in qualche modo, vincitore.

Per quanto Mizu, il demone dell’acqua, fosse sempre stato molto saggio, di fronte all’uomo perse il senno. Probabilmente la sua saggezza era dovuta ad una condizione di calma e superiorità dato che nessuno (e di questo ne era cosciente) sarebbe riuscito a superarlo, si cullò nella superiorità e arroganza mascherata da calma e saggezza.

L’uomo mise il grande Mizu nella condizione di comprendere che da questo momento c’era qualcun altro in grado di adattarsi ai cambiamenti, e questo “qualcun altro” non era un immortale elemento, ma solo un povero mortale con una vita breve e limitata.

L’invidia che provava verso gli umani era alimentata dal fatto che l’uomo riuscisse ad adattarsi proprio come lui, con la differenza che l’essere umano avrebbe avuto una vita breve per impararlo (e ci riuscì), mentre lui ci mise miliardi e miliardi di anni per apprendere una cosa che l’uomo, nella sua brevissima vita, riuscì a comprendere subito, la capacità di adattamento.

La mascherava con la profonda aggressività verso i suddetti, un inganno che faceva a se stesso. Questo lo portò sempre più alla pazzia e alla voglia di dominare l’uomo per eliminarlo letteralmente dalla faccia della Terra e tornare ad essere lui ad avere il primato.

Questa rabbia portò tutti gli elementi, con Mizu a capo, a combattere l’essere umano.

Ci fu la guerra quindi, e non fu piacevole. Ci furono morti e furono tutti umani. Non cadde nessuna divinità, nessun elemento. D’altronde come avrebbe potuto, il gelo, morire? Come avrebbe potuto, il fuoco, “cadere”? Esseri immortali non potranno mai morire. Ma gli uomini non sono mai stati immortali…

La guerra fu devastante per gli umani che vennero decimati a pochissimi individui nel mondo. Alla soglia della loro estinzione, gli elementi si resero conto di quello che ebbero fatto. Stavano distruggendo una razza che non poteva competere minimamente con delle divinità, con degli elementi che erano fatti di energia pura. Loro, delle divinità vennero accecati da dei semplici bambini che con ingenua arroganza avevano creduto di poter combattere contro gli dei.

Ma più di tutti, gli elementi vennero accecati dalla rabbia del demone più antico, il più saggio, colui che invece avrebbe dovuto condurli verso la strada giusta e invece li manipolò solo per una questione personale.

<<Insomma!>> dissero  gli elementi <<l’uomo con la sua tecnologia pensava di poterci dominare, e allora? E’ forse stato così? Sono solo dei bambini nati qualche centinaio di migliaio di anni fa, noi invece siamo eterni, esistiamo da sempre e dovremmo essere più saggi, invece ci siamo messi allo stesso livello di questi bambini>> dissero tra loro. <<Questa guerra per l’avidità e l’invidia ha rischiato che noi, i guardiani della Terra la distruggessimo con tutti gli animali e le piante innocenti che vi abitano. Il tutto per la nostra cecità! La guerra ha portato caos e distruzione non solo tra l’uomo, ma anche tra le piante e gli animali. Il peccato di cui ci siamo macchiati non ha valore. Dovremmo trovare una punizione equa che faccia sì che eventi del genere non accadano mai più. Diamo più fiducia al genere umano, proviamo a metterci da parte e vediamo cosa succede. Proviamo ad accettare il loro libero arbitrio.>>

Così trovarono una soluzione: si presentarono agli esseri umani, non a tutti però, solo ad alcuni eletti, ad alcuni uomini e donne che reputavano capaci di gestire la conoscenza enorme che stavano per ricevere. Gli elementi si scusarono per il tremendo errore che fecero con questa guerra e chiesero di trovare un rimedio. Spiegarono tutta la storia del loro pianeta, la Terra, dato che la crearono loro.

 

E si inflissero una punizione tremenda…

 

Decisero di auto-imprigionarsi in determinati frutti che abbondavano sul pianeta. All’epoca non esistevano ancora cibi più elaborati come pane, pizza, pasta, i frutti erano il cibo primordiale dell’uomo e soprattutto non era vincolato a legami culturali. Il frutto è presente in tutto il mondo, non è come, ad esempio, il pane che viene mangiato da molti popoli ma molti altri non ne conoscono l’esistenza. Imbrigliarsi nei frutti dava la possibilità a tutto il mondo (e quindi a tutte le culture) di avere l’opportunità di acquisire questi poteri proprio perché il frutto è riconoscibile da tutti gli esseri umani.

Spiegarono il metodo che permetteva loro di entrare nei frutti e insegnarono la tecnica che permetteva di estrarre la stessa divinità nei frutti per farla entrare dappertutto. Degli oggetti ad esempio…

Questo non piacque affatto al demone dell’acqua che si rifiutò categoricamente di aiutare gli umani. Il suo odio verso di loro crebbe sempre di più a tal punto da mettersi contro perfino con i suoi fratelli, gli elementi del pianeta Terra. Loro provarono a dissuaderlo dal suo odio dimostrandogli quanto fosse infondato.

<<Gli esseri umani fanno parte dell’equilibrio di questo pianeta>> dissero. <<Noi siamo i custodi, dobbiamo proteggere ogni forma di vita che nasce e si sviluppa qui, perché se esiste è per contribuire al soddisfacimento di questo equilibrio>>.‘unico>

Il demone dell’acqua però non accettava tutto questo. Continuava a ricordare ai suoi fratelli quanto male fecero loro nei confronti delle loro “divinità”, di quanto gli avessero oltraggiati nel dimostrare di fare a meno di loro.

Il punto di vista di Mizu era completamente discordante con quello degli altri suoi fratelli. Lui aveva una concezione più “gerarchica” della vita, dove lui era al di sopra di tutto, i suoi fratelli leggermente al di sotto e tutti gli altri esseri viventi ancora più in basso. Avere gli esseri umani sulla Terra significava avere degli individui che riuscivano a sfidare le gerarchie, a sfidare lui in persona, e questo non poteva permetterselo.

La discordia tra l’acqua e gli altri elementi proseguì e alla fine, quando capirono che fu impossibile dissuaderlo, gli elementi decisero di esiliarlo; che sotto certi aspetti fu, invece, il contrario; furono loro ad esiliarsi da lui.

Se un demone di qualsiasi elemento fosse entrato nel corpo di un uomo e quest’ultimo fosse stato inondato completamente di acqua, Mizu avrebbe cercato in tutti i modi di fare del male ad un suo (ex) fratello uccidendo l’essere umano che lo conteneva. Infatti questa decisione venne presa dal demone dell’acqua nel culmine massimo della sua follia. Egli incolpava l’uomo di avergli fatto mettere contro i suoi fratelli, così decise di infliggere questa punizione (che in realtà è una punizione che si inflisse a se stesso) ai suoi ormai vecchi fratelli attaccando l’uomo che li possedeva e che li conteneva.

Ma gli elementi ormai voltarono definitivamente le spalle a Mizu, un tempo il più anziano e il più saggio delle “divinità”, ma ora, un semplice rinnegato.

Continuarono quindi ad istruire quei pochi esseri umani scelti, rinvigorendo questa loro nuova collaborazione.

Una volta capito il metodo di estrazione delle divinità nei frutti, gli umani “eletti” avrebbero capito come trasferire tale potere ovunque loro volessero. L’uomo che voi chiamate Vegapunk è un discendente di questa stirpe di uomini geniali che hanno avuto il diritto di parlare con le divinità e di apprendere la Verità.

Quello che gli umani chiamavano “demoni” altro non sono che forme elementali senzienti, energia che potevano ricreare ovunque volessero e imprigionarla in un involucro, frutto o arma, o altro oggetto che sia. Spiegarono quindi che partendo dai quattro elementi potevano crearne altri. Un esempio fu uno di loro, Magu, che nacque dall’unione del demone del fuoco, Mera, con quello della terra generando un loro “figlio”. Il demone Hie era figlio di Mizu e l’entità del vento. Le combinazioni potevano essere infinite proprio perché gli accoppiamenti tra due divinità potevano generare tanti “figli” con qualità e poteri differenti. Ci sono altre due tipologie di frutti in questo mondo, oltre a quelle che governano gli elementi…

La nascita di questi due poteri non fu molto diversa da quella dei Rogia: c’è un uomo che ha rivelato a Dressrosa qualcosa di interessante. Il suo nome è Sabo, figlio di nobili minori e comandante in seconda dei Rivoluzionari, un gruppo di rivoltosi con a capo un membro della famosa stirpe ancestrale della D.

Durante il torneo che si disputò nel Colosseo, disse che ogni cosa ha un “cuore” riferendosi proprio a quel potere insito ovunque, anche negli oggetti. Ogni cosa è fatta di energia, il trucco è riuscirla ad estrarre per prelevarne la divinità e imbrigliarla dentro un frutto. Se si comprende che anche gli oggetti hanno un involucro dentro di loro, un nucleo o cuore, utilizzando la stessa tecnica di estrazione è possibile inserirla in un frutto a scelta. Ed ecco quelli che voi chiamate Paramisha.


[capitolo 743]

Gli animali hanno un’energia dentro loro che ne condiziona la loro indole, la loro personalità. Bisognava solo estrarla. Ed ecco quelli che voi chiamate Zoan.

Durante la storia dell’uomo avvenne che ci furono determinati personaggi, uomini di straordinario valore che raggiunsero vette spirituali inimmaginabili per l’uomo comune. Fu il caso del principe Siddharta, chiamato comunemente il Buddha. Ebbene, si narra che in punto di morte si fece estrarre la sua divinità per farla entrare in un frutto. Fecero la stessa cosa con altri profeti…

In questo modo gli elementi avrebbero dato piena fiducia agli esseri umani ma sarebbero stati al loro fianco in modo silenzioso, sottoforma di “frutti del diavolo”.

Sarà il caso, il destino se volete, a decidere se l’individuo che avrà un determinato potere sarà mosso da una morale giusta o da una sbagliata. E’ questo quello che gli elementi volevano, desideravano concedere il libero arbitrio agli umani e di far sì che decidessero loro del loro destino.

Come avrebbe sfruttato tali poteri spettava solo all’uomo adesso.


Ebbene, che ve ne pare?

Ho scelto una chiave di lettura più romanzata per evitare di annoiarvi. Spero di essere riuscito nel mio intento.

Come dico sempre io, One Piece è come una grossa ciotola piena di “liquido Shonen” nella quale ogni tanto cade qualche piccola goccia di “liquido Seinen”. Magari la mia teoria è un po’ troppo fantasiosa, però se anche ci fosse un fondo di verità in essa, credo che sarebbe quella piccola goccia di liquido Seinen che tanto ci piace vedere in un opera che tecnicamente figura come “Shonen per ragazzi”.

Ma andiamo avanti, ci resta un altro tassello da completare…

 

Il Risveglio

 

Per parlare di questo ulteriore potere nei frutti, devo fare un parallelismo con un altro manga, Bleach, e in particolare con tutto quello che concerne le Zampakuto, ovvero le katane che usano per combattere i personaggi di questo manga.

Le due righe che spenderò per descrivere questo meccanismo saranno indirizzate, ovviamente, a coloro che il manga non l’hanno letto affatto, anche se sarebbe meglio che coloro che hanno letto Bleach non passassero oltre questa descrizione per allacciarsi meglio al ragionamento che farò successivamente.

Dunque, le Zampakuto, le spade utilizzate in Bleach, hanno anche loro delle entità imprigionate dentro di esse. Conoscere il nome di tali entità permette all’utilizzatore di tale katana di sprigionare un ulteriore potere, una sorta di power-up, chiamato Shikai. Ora, non ha senso parlare di Bankai (lo stadio successivo allo Shikai) oppure discutere della forma che hanno le spade quando passano dallo stato normale allo stato di Shikai (perché cambiano forma), è importante analizzare un dettaglio invece: bisogna creare un legame con l’entità della spada per far sì che tale legame sprigioni più potere. E’ un po’ come se bisognasse fare amicizia con queste entità per entrare in “confidenza” e creare legami di fiducia.

Ci siete arrivati vero?

E se il Risveglio fosse semplicemente una forma di fiducia, di legame che l’utilizzatore del frutto riesce a creare con il demone che si trova al suo interno, e che quest’ultimo gli ceda ulteriore potere proprio in onore di tale fiducia che si è instaurata?

Secondo il mio discorso, se ogni demone ha una personalità, e se tale personalità è particolarmente affine all’utilizzatore di quel frutto, allora potrebbe nascere un legame forte tra il demone e l’essere umano che ha mangiato il frutto del diavolo, creando così un ventaglio di poteri più ampio, in merito proprio a questa nuova amicizia, a questa nuova fiducia che si è instaurata tra loro due. Una mia amica mi ha fatto notare che anche Kishimoto ha utilizzato un discorso simile. Il legame che si instaura tra Naruto e il cercoterio dalle nove code riguarda la trama principale del suo manga. All’inizio Naruto aveva il potere della Volpe perché questa costretta dal fatto di essere imprigionata, poi però si instaura un’amicizia tra loro due e Kurama (il nome della Volpe a nove code) gli dona tutto il suo potere.

Se analizziamo la parola “Risveglio” e la contestualizziamo in base al discorso che ho appena fatto, tecnicamente è come se la divinità dormiente si trovasse dentro un frutto e fosse l’utilizzatore (che magari vuole instaurare un legame con la divinità) a “svegliarlo”, a creare una sorta di amicizia, e la divinità in cambio gli cedesse tutto il potere di cui è capace. Magari questo rapporto di amicizia potrebbe essere basato sulla personalità affine tra demone e utilizzatore.

Ad  esempio, il demone del frutto Filo Filo di Doflamingo me lo immagino proprio come lui, manipolatore e maniaco del controllo, quindi potrebbero andare d’accordo proprio per via di queste loro peculiarità caratteriali in comune. D’altronde, è un demone che ha come capacità quella di donare all’utilizzatore il potere di muovere meccanicamente ogni individuo come gli pare e piace, non deve essere proprio uno stinco di santo, non trovate?

Ma quindi, se è valido il ragionamento che ho fatto io, allora chi è che ha potere su chi? L’utilizzatore ha potere sul frutto oppure il frutto ha potere sull’utilizzatore?

 

– Reverendo

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