Storie totalmente inventate e spin-off di quelle del manga di Eiichiro Oda
Mi è sempre piaciuto inventare storie, infatti uno dei miei sogni sarebbe scrivere delle sceneggiature per qualche film, ma ahimè trovare sbocchi è davvero difficile. Tuttavia esistono diversi modi per dare sfogo alla propria fantasia come, appunto, questa nuova rubrica.
Lo scopo è semplicemente quello di creare dei racconti paralleli alla storia del manga. Non prendetele come qualcosa di serio, sono solo storie con l’unico scopo d’intrattenere sperando che piacciano anche a voi. Detto ciò, direi di cominciare con la nostra primissima avventura….
Il battesimo del fuoco
“Sono un marine solo da due settimane!!” continuava a urlare dentro di sé la recluta Ryan, e ne aveva tutte le ragioni. Neanche il tempo di festeggiare la sua entrata in Marina che subito si ritrovò trasferito al quartier generale. Pur essendo l’ultimo arrivato sapeva benissimo che qualcosa di grosso stava per accadere, lo notava nelle espressioni di caporali, capitani o di chiunque avesse un grado più alto del suo. Spaesato all’interno di una frenetica Marineford non aveva la più pallida idea di cosa fare, nessun ordine, nessuna guida, solo il caos.
Finalmente, dopo diversi minuti, i lumacofoni altoparlanti si attivarono: “Tutte le reclute si rechino al piazzale 3! Questa non è un’esercitazione”. Non era il benvenuto che si aspettava, ma era sempre meglio dello stare fermi a rimuginare.
Giunto sul posto si ritrovò tra le ultime file di un’immensa folla che osservava in silenzio un uomo impassibile, il quale si accingeva a salire su un piccolo palco improvvisato.
Ryan, come il resto dei presenti, riconobbe all’istante quel tizio e capì che se si è scomodata una persona di tale levatura la situazione era più grave di quanto lontanamente potesse immaginare.
La voce di Akainu tuonò:
“Vedo gente spaventata e in cerca di risposte per cui giungo subito al punto. Siamo in una situazione d’emergenza, tra meno di un giorno il pirata Newgate meglio noto come Barbabianca arriverà qui a Marinedord a tentare di riprendersi il prigioniero Portuguese D. Ace, uno dei suoi sottoposti più fidati o, come piace a lui stesso definirli: figli. So che siete solo delle reclute, ma la guerra incombe e ci occorre tutto l’aiuto possibile. Sarà il vostro battesimo del fuoco! Non posso garantire la vostra sopravvivenza, ma sappiate che la storia di questo mondo cambierà. Come dipenderà anche da voi!”
Con quell’ultima frase fece per andarsene, ma poi aggiunse “La Giustizia deve trionfare, per il bene di tutti!” e scese definitivamente dal palco.
Mentre l’Ammiraglio lasciava il piazzale il silenzio della folla si trasformò in un misto di pianti e lamenti vagamente soffocati dal terrore di ciò che li attendeva. Ryan dal canto suo era bloccato, sapeva che il monologo di Sakazuki era solo un discorso di circostanza, un vano tentativo di motivare persone che, anche se avessero ascoltato le più belle parole del mondo, non sarebbero state pronte ad affrontare una guerra. Certo, avevano dalla parte la Flotta dei 7 e gente del calibro di Sengoku e Garp, ma ciò non lo rassicurava. Aveva bisogno di stare solo e di metabolizzare le ultime notizie, prese un bel respiro e finalmente riuscì ad allontanarsi dalla folla.
Camminò per diversi minuti fino a ritrovarsi dinanzi ad uno dei vari sprazzi di vegetazione che crescono all’interno dell’isola e si sedette ai piedi di un albero. L’ansia e la paura lo stavano torturando, se non l’avessero ucciso i pirati ci avrebbe sicuramente pensato lo stress della situazione. Stava per esplodere quando di colpo la mente si alleggerì, i pensieri che lo infastidivano scomparvero per lasciare il posto ad un’innaturale calma. Ma la tranquillità durò poco, nel giro di qualche secondo la sua mente ripiombò nel caos, questa volta però c’era qualcosa di diverso. Riusciva a percepire cose che prima neanche si sarebbe sognato: voci e pensieri altrui confluivano nella sua testa, era lontano da chiunque eppure riusciva a sentire tutto, per un momento gli era addirittura parso di origliare Doflamingo che riceveva alcuni ordini “dall’alto”. Pura follia.
“Che cazzo succede? Ho le allucinazioni!? Venite fuori!” Urlò mentre si guardava attorno sperando che ci fosse davvero qualcuno.
Sconcertato mise le mani tra i suoi capelli scarlatti e, infine, rassegnatosi si precipitò di nuovo tra le file dei soldati all’interno del quartier generale con la speranza di capire definitivamente se stesse impazzendo oppure no.
Corse senza sosta per circa un’ora tra postazioni e alloggi, riuscendo sempre ad avvertire le persone ancora prima che le incontrasse e a sapere le loro intenzioni ancor prima che le palesassero. Un potere bizzarro, ma che gli sarebbe stato tremendamente utile nelle prossime ore. La notte stava calando e rassicurato da questa nuova abilità si precipitò nel suo accampamento, una dormita non poteva che fargli bene dopo una tale giornata.
Il mattino seguente….
Erano le prime luci dell’alba e Ryan sapeva che di lì a poco avrebbero iniziato a dare ordini a destra e a manca, motivo per cui ne approfittò per passeggiare e godersi gli ultimi momenti di quiete.
Durante il suo girovagare un ragazzo incrociò il suo cammino:
“Hei! Ti sei perso?” chiese quest’ultimo in maniera molto diretta.
“No, signore stavo solo passeggiando” replicò Ryan capendo, forse anche grazie alla sua nuova abilità, che il ragazzo non era un semplice marine.
“Anche tu sei teso per ciò che accadrà oggi, eh?….Mi chiamo Kobi a proposito, e non c’è bisogno di chiamarmi signore”
“Sono Ryan, una nuova recluta, e sì in effetti sono un po’agitato”
Passarono l’intero mattino chiacchierando e stemperando la tensione fino a quando non vennero chiamati dai rispettivi reparti.
“Prima che tu vada posso farti una domanda?” disse Kobi
“Certo chiedi pure” rispose Ryan
“Sembro anche io una recluta, ma hai capito subito che non lo sono, come ci sei riuscito?” chiese Kobi incuriosito.
“Ecco…Ti è mai capitato di…avvertire strane cose? Una sorta di…super percezione”.
Kobi lo guardò divertito “Ahahah! No, ma scommetto che mi aiuterebbe un sacco oggi” ed entrambi si congedarono in tutta fretta prima di essere rimproverati da qualche superiore.
Quando Ryan finalmente giunse tra le altre reclute, la tensione tornò ad essere palpabile. Scorse diverse navi lungo l’orizzonte ed un brivido attraversò la sua schiena. Una presenza immensa si stava dirigendo verso la base, la guerra stava per iniziare.