Questo, a mio parere, è uno dei punti focali dell’intera opera del maestro Oda: il piccolo Sabo è un sognatore che ha fallito nel suo tentativo di vita selvaggia e fuori dalle convenzioni imposte dalle alti classi sociali.
Sabo è l’anti-sistema, per questo è diventato un rivoluzionario.
Oltre ad essere il personaggio che ha ereditato le volontà di Portuguese D. Ace, è l’unico in grado di guardare in profondità, nella patologia tutta verticale ed epidemica dell’IPOCRISIA.
I nobili di Goa sono ipocriti, totalmente indifferenti nei confronti della sorte dei miserabili, i quali sono tenuti oltre le mura (nel Gray Terminal) esclusivamente per alimentare un’ideologia di superiorità umana, un po’ come si usava fare con i lebbrosi durante i secoli medievali.
Sabo allora è la pedina che rovescia le idee portanti di una nobiltà che fonda il proprio potere solo e solamente sulla ferma convinzione di “valere di più”.
Sabo è sinonimo di preannunciato cambiamento, di quella rivoluzione silente ma efficace che conquisterà i mari e le terre dell’intero mondo di One Piece.
Forse Sabo (adulto) è diventato l’uomo che egli stesso, da fanciullo, stava aspettando.
– Il Canterino –