Mihawk, Dracula e Vlad III: lo spadaccino, il vampiro e il principe

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Dracule Mihawk, il conte Dracula e Vlad III Draculea. Ecco l’origine di un nome destinato ad essere associato al sangue

Il design e il nome dello spadaccino più forte del mondo, Dracule Mihawk, sono ispirati direttamente al conte Dracula, il vampiro protagonista del celebre romanzo di Bram Stoker. Ma pochi sanno che lo stesso conte Dracula sembra ispirato ad un personaggio storico: Vlad III di Valacchia.

Il principe Vlad III ereditò, oltre al titolo, anche entrambi i suoi nomi dal padre: Vlad II Dracul. Vlad II ottenne questo nome, in quanto membro dell’Ordine del Drago. Si trattava di un ordine religioso, creato nel 1387 dal re Sigismondo d’Ungheria, la cui missione era proteggere gli interessi del cattolicesimo contro l’avanzata turca. Dunque, il nome Draculea associato al principe Vlad III stava ad inidicare il legame con il padre. Il significato di Draculea è appunto: “figlio di Dracul”.

Vlad III nacque nel novembre del 1431 a Segesvàr, nell’allora principato di Erdély (regione compresa tra i Carpazi e il Danubio). Per lungo tampo Vlad II portò avanti la sua missione contro i turchi, finchè un giorno, per proteggere i territori della Transilvania, preferì arrendersi al sultano Murad II. Nel 1440 Vlad II lasciò entrare il sultano nel paese e, come segno di sottomissione, gli affidò in ostaggio i propri figli Radu (terzogenito) e Vlad.

Nel 1447 Vlad II e il figlio primogenito Mircea morirono. Divenuto quindi erede leggittimo delle terre del padre, Vlad ritornò in patria (probabilmente con l’appoggio dei turchi, i quali non volevano che le terre finissero in mano agli ungheresi). In ogni caso, Vlad III riuscì a mantenere il trono per soli due mesi, dopodichè fu costretto a scappare e a nascondersi in Moldavia, dove si riavvicinò al cristianesimo.

Una nuova alleanza con il re d’Ungheria e il secondo regno

Vlad III riuscì a riconquistare il trono nel 1456. A questo periodo risalgono le leggende più sanguinose per cui Vlad passò alla storia. Il suo secondo regno fu scandito da torture, cannibalismo, omicidi e impalamenti. Vlad conobbe quest’ultima pratica durante il periodo vissuto alla corte del sultano e da essa, ottenne anche il famoso soprannome “Tepes” che vuol dire, appunto, “impalare”.

Sembra inoltre, che durante le battaglie contro i turchi usasse le prime “armi battereologiche“: utilizzava le carasse di animali per avvelenare l’acqua dove si rifornivano le truppe nemiche e faceva travestire i sudditi appestati da guerrieri turchi, in modo da diffondere le malattie tra le fila nemiche. Tra le leggende arrivate ai giorni nostri c’è anche quella secondo cui raccogliesse il sangue delle vergini che uccideva per poi berli insieme al vino. Da qui la leggenda dei vampiri come esseri che si nutrono di sangue.

In questi anni Vlad III incontrò anche la sua prima moglie, la contessa Valeria. La donna morì poi suicida poiché, durante una battaglia, qualcuno le fece giungere la voce che il marito fosse morto, e lei si gettò da una delle torri del castello. Dopo la morte della moglie, Vlad divenne ancora più violento e sanguinarario, dando vita ad un periodo di terrore che si concluse nel 1461.

In quell’anno, con l’appoggio del sultano Maometto II e della nobiltà che ormai odiava Vlad III, Radu spodestò il fratello, riuscì ad arrestarlo nel 1462 e lo tenne prigioniero per 14 anni.

Vlad riottenne la libertà nel 1476 quando il papa Sisto IV gli propose di guidare una nuova crociata. Inoltre, poco dopo la sua scarcerazione, il fratello Radu morì e Vald III riprese il potere per la terza volta. Ma anche quest’ultimo regno fu breve, in quanto, dopo pochi mesi morì misteriosamente durante una battaglia.

La tomba del principe

Secondo la teoria più accreditata, il corpo di Vlad III si troverebbe in un monastero nella città di Snagov. Lo scheletro scoperto in quella tomba sarebbe vestito con abiti di seta e indosserebbe al dito un anello con inciso il simbolo del famoso Ordine del Drago.

Secondo un’altra teoria, la tomba del principe si troverebbe a Napoli, nella chiesa di Santa Maria La Nova. Da un punto di vista storico, a favore di questa tesi vi sono due fatti: il primo, che l’allora re di Napoli, Ferrante d’Aragona, apperteneva all’Ordine del Dragone; il secondo, che una delle figlie di Vlad III, Maria Balsa, fu sposa di un nobile napoletano, Matteo Ferillo. Si pensa dunque che Vlad III non morì in battaglia, ma cadde prigioniero dei turchi e che fu la figlia a liberarlo e a portarlo a Napoli, dove venne poi sepolto.

Si pensa che la tomba presente a Napoli appartenga al principe per via di alcuni bassorilievi scolpiti nella lapide, che rappresentano un drago e due sfingi. Il drago rappresenterebbe Vlad III, per via dell’Ordine di appartenenza, mentre le sfingi rappresenterebbero Tebe, la cui pronuncia arcaica doveva essere “Tepes”, altro nome con cui era conosciuto Vlad, appunto. Un rebus d’altri tempi, in poche parole!

Ad accrescere l’interesse verso quella tomba è la presenza di un’incisione scritta in un linguaggio sconosciuto, per cui si pensa si tratti di un messaggio in codice, ancora da decifrare.

Nonostante Oda non abbia dato a Mihawk il terribile carattere del principe Vlad o del conte Dracula, bisogna ammettere che il design dello spadaccino tipicamente occidentale, accostato alla filosofia orientale del guerriero e all’aura gotica del castello dove vive (e della barca, a forma di bara, con cui viaggia), hanno dato vita ad un personaggio molto popolare ed intrigante.

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