Alvida e Awilda: tra fantasia e realtà – One Piece Storia

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One Piece e Storia: ecco a chi si è ispirato Eiichiro Oda per creare il personaggio di Alvida, uno dei primi ad apparire nel manga

Umberto Eco

disse: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 500 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perchè la lettura è un’immortabilità all’indietro”.

E allora, perchè non vivere qualche altra vita in più anche attraverso il famoso manga One Piece? Non sarebbe emozionante poter dire di aver vissuto una scorreria da veri pirati?

Certo, Rufy e la sua ciurma non sono mai esistiti, ma forse alcuni di voi non sanno (o non conoscono in dettaglio) che per molti personaggi di One Piece l’autore, Eiichiro Oda, si è ispirato a personaggi reali, così come per alcuni paesaggi e alcuni fenomeni naturali.

Perchè dunque non riprendere i primi volumi del manga e rivedere piano piano le storie che hanno ispirato il nostro autore di manga preferito?

Protagonista dell’articolo di oggi è lei, la prima antagonista della storia: Alvida.

Per chi non lo ricordasse, Alvida viene introdotta come il capitano di una nave pirata e, dopo essere stata sconfitta da Rufy, si allea con Buggy per vendicarsi di Cappello di paglia. Durante la saga di Wano, veniamo a sapere che mantiene ancora l’alleanza con il pagliaccio smontabile.

Il nome della bella piratessa è ispirato ad una donna che si pensa sia relamente esistita nel V secolo: la piratessa Awilda.

La storia di Awilda (o Alfhild) è riportata nei Gesta Danorum, un’opera del XII secolo che contiene storie e leggende appartenenti alla cultura danese. Una di queste storie, appunto, narra le vicende della principessa Awilda, figlia del re Siward, che segregò la figlia in una torre, sorvegliata da una vipera ed una serpe. Ad uccidere le due bestie fu Alf, principe di Danimarca, che stava già organizzando il matrimonio con la bella pricipessa, ma questa, come una Merida 1.0, non volle sottomettersi ad un matrimonio combinato, allora fuggì travestendosi da uomo. Dopo aver radunato su una nave un gruppo di donne che, come lei, rifiutavano i matrimoni imposti, Awilda si diede alla pirateria lungo le coste del mar Baltico.

Durante la navigazione, Awilda incontrò anche una nave con un grosso equipaggio il cui capitano, però, era morto. La piratessa, allora, li convinse a seguirla, aumentando così di gran numero i suoi seguaci.

Intanto, anche Alf aveva preso il mare, perchè alla ricerca della sua principessa. Le loro flotte arrivarono quindi a scontrarsi e Alf e Awilda arrivarono a duellare, senza che lui conoscesse la vera identità di lei. La donna venne sconfitta e catturata, ma, perdedo l’elmo, venne riconosciuta dal principe, che le chiese nuovamente la mano. Awilda, colpita dal coraggio che Alf aveva dimostrato in battaglia, decise di acconsentire alle nozze e i due divennero re e regina di Danimarca.

Ancora oggi non si è certi se questo racconto sia un resoconto storico o una leggenda romanzata in perfetto stile re Artù, ma sicuramente, leggere le gesta di questa donna coraggiosa è una bella avventura da vivere.

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