One Piece storia: Françoise L’Olonnais, il pirata che trovava piacere nella tortura, e Roronoa Zoro, l’uomo che con tre spade non ha mai ucciso nessuno
Zoro è uno dei personaggi più popolari del mondo di One Piece. Il secondo più popolare, per la precisone, stando a quanto ha rivelato il sondaggio svolto in Giappone in occasione dei vent’anni del manga.
Per il nome Roronoa, Oda si è ispirato ad un altro pirata dell’epoca d’oro della pirateria: Françoise L’Olonnais.
Jean David Nau, conosciuto come Françoise L’Olonnais, nacque nel 1634 a Sable d’Olonne (nella Francia nord-occidentale) ma trascorse l’infazia e l’adolescenza al servizio di un proprietario terriero sull’isola di Martinique (al nord del Venezuela).
L’inizio della sua carriera di pirata risale al 1653 quando, trasferendosi in quella che è l’attuale repubblica dominicana, conobbe un gruppo di bucanieri che lo affascinarono con le storie delle loro avventure.
L’Olonnais decise allora di dedicarsi alla vita criminale e, in breve tempo, ricevette le attenzioni del governatore dell’isola di Tortuga (Haiti), Monsieur de la Place, che lo pose a capo di una piccola nave, esortandolo a puntare alle navi spagnole. Ben presto, egli divenne un grande condottiero e riuscì ad accrescere la sua fama al punto di guadagnarsi l’appellativo di “flagello degli spagnoli”.
La sua fama raggiunse un tale livello che, nonostante perse nave e ricchezze a seguito di una tempesta, il governatore gli fornì subito una nuova imbarcazione dotata di equipaggio con cui riprendere le sue attività.
L’Olonnais fece allora rotta verso Campeche (in Messico), ma su quelle coste il suo equipaggio fu quasi completamente sterminato dagli spagnoli. Riuscì a salvarsi, iniseme a pochi dei suoi uomini, mescolandosi fra i cadaveri e fingendosi uno di essi (ogni riferimento a Trafalgar Law è puramente casuale) e, succesivamente, rubando una nave.
Una tremenda vendetta
Pochi giorni dopo, con sole due canoe e una ventina di uomini, prese possesso di un vascello spagnolo. Le 90 persone che vi erano a bordo vennero brutalmente trucidate. Solo una persona di salvò, poichè servì per recapitare un messaggio al governatore dell’Havana. Nel messaggio, L’Olonnais dichiarava che avrebbe dedicato tutta la sua vita al compimento di atti simili e che nessuno sarebbe mai riuscito a catturarlo (ogni riferimento a Kuro che stermina i marines lasciando in vita solo Morgan è puramente casuale).
Nel 1666 L’Olonnais tornò a Tortuga, dove conobbe un altro famoso pirata: Michele le Basque. I due si allearono e, con una flotta di otto navi, portarono a compimento i saccheggi delle città di Maracaibo e Gibraltar (in Venezuela). Questi eventi passarono alla storia per le atroità commesse dai pirati. In particolare, fu in queste occasioni che L’Olonnais consacrò la sua fama di uomo dedito alle torture.
Anche se i saccheggi avevano fruttato enormi ricchezze (comprendenti anche gli ingenti riscatti richiesti dai bucanieri ai governatori), L’Olonnias sperperò la sua parte e, concludendo l’alllenaza con La Basque intorno al 1668, riprese la sua attività di predone del mare in solitario.
L’inizio della fine
Cercò di attaccare sia Granada, che il porto di Gracias-a-dios (Honduras), ma fallì. Riuscì a depredare qualche nave spagnola, ottendendo però magri bottini. Forse per frustrazione, forse per mero carattere violento, le torture de L’Olonnais divennero sempre più terribili. Talvolta i suoi stessi uomini divennero vittime di quelle torture. Iniziò, dunque, a dilagare il malcontento tra i suoi subordinati.
Nel 1670 L’Olonnais tentò di conquistare Gittà del Guatemala, ma il progetto fallì, in quanto una tempesta lo fece naufragare sugli scogli. Con i resti della nave costruì una zattera e risalì il fiume San Juan, dove però dovette fare i conti sia con gli attacchi delle tribù indigene, sia con i continui ammutinamenti dei suoi uomini, ormai stanchi del suo comportamento violento.
A seguito di quest’ultimo fallimento, L’Olonnais morì sulle coste del golfo Uraba, dove venne catturato da un gruppo di cannibali che mangiò lui e i pochi uomini rimasti a lui fedeli.
François L’Olonnais rappresenta il perfetto stereotipo del pirata sanguinario, dedito alla continua ricerca di ricchezze e al piacere derivante dal commettere atrocità. Un uomo che non si fa scrupolo a trattare i compagni allo stesso modo dei nemici. Sembra quasi un tentativo di redenzione, l’affidare il suo nome ad un personaggio come Zoro. Rorornoa, infatti, non solo è un compagno fedele, pronto a combattere per i suoi compagni, ma è anche un uomo d’onore, che rispetta sempre gli avversari e non li uccide, dando loro la possibiltà di migliorarsi.