La cover del capitolo 903 è dedicata ad Orlumbus.
Il suo nome è un chiaro riferimento a Cristoforo Colombo, l’uomo che scoprì le Americhe.
Colombo in giapponese è “Koronbusu”. Visto che “Ko” in giapponese vuol dire “piccolo”, Oda ha optato per una scelta diversa: Orlumbus, in giapponese, è “Ôronbusu” con “Ô” che vuol dire “grande”. Dunque è come se fosse “Grande-Lumbus”.
La nave principale di Cristoforo Colombo era la Santamaria.
Ma “San” in giapponese vuol dire “Tre”, Oda invece ha deciso di chiamare la nave di Orlumbus YONtamaria, ovvero “4 tamaria”.
Le navi di grandezza media sono chiamate “Santamaria”, dunque “3 tamaria” e quelle più piccole NItamaria, ovvero “2 tamaria”
La flotta, in totale, dovrebbe essere composta da 1 Yontamaria, 5 Santamaria e 50 Nitamaria.
C’è dell’altro.
Vedete il teschio sulla Yontamaria? E’ come se fosse nato da un Uovo appena schiuso. Chiaro riferimento all’aneddoto dell’Uovo legato a Colombo.
Per chi non lo conoscesse, vi riporto quanto scritto su Wikipedia:
Dopo il suo ritorno dalle presunte Indie nel 1493, Colombo fu invitato a una cena in suo onore dal cardinale Mendoza. Qui alcuni gentiluomini spagnoli cercarono di sminuire la sua impresa dicendo che la scoperta della via di occidente per le Indie non sarebbe stata poi così difficile e che chiunque avrebbe potuto riuscirci se avesse avuto i suoi mezzi. Udito questo, Colombo si indignò, e sfidò i nobili spagnoli in un’impresa altrettanto facile: far stare un uovo dritto sul tavolo. Ognuno di loro fece numerosi tentativi, ma nessuno ci riuscì e rinunciarono all’impresa. Si convinsero che si trattava di un problema insolubile e pregarono Colombo di dimostrare come risolverlo, cosa che lui fece immediatamente: si limitò a praticare una lieve ammaccatura all’estremità dell’uovo, picchiandolo leggermente contro lo spigolo del tavolo. L’uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose: «La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!».