Sanji, è l’ora di svegliarsi!

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Aspettavo questo capitolo…

Vi confesso che ho temuto questo momento, il momento in cui Sanji avrebbe preso coscienza della reale inutilità del suo sacrificio. Tutti noi, leggendo l’ultima pagina del capitolo 834, abbiamo pensato alla CP9, a Robin e alla sua scelta di abbandonare i Mugiwara, di sacrificarsi per la salvezza dei propri compagni. Sanji, a modo suo , ha ripercorso i medesimi passi, accettando di sottostare alle condizioni imposte dal Germa e da Big Mom, pur di proteggere le persone che nella vita lo hanno “salvato”. Un gesto eroico e al contempo una bugia poco credibile, come fu quella di Robin al tempo.

Per come si sono poi evolute le vicende, ho avuto l’impressione che il pattern narrativo di Water7 fosse ripreso sotto più di un punto di vista. Ci si può soffermare sul discorso del “tradimento”. In questa saga abbiamo visto il comportamento di Pudding , uno sporco doppio gioco al pari di quello ordito dal gruppetto di carpentieri della Galley-La.  Oppure potremmo pensare all’atteggiamento di Rufy, che come allora, e come sempre in realtà, non vuole accettare la situazione. Allo stesso tempo, però, sono stata convinta fin dall’inizio che avremmo assistito ad una svolta completamente differente.

Come vi dicevo, ero impaziente di vedere la presa di coscienza di Sanji, che come speravo, è stata sensibilmente diversa da quella di Robin. L’archeologa avrebbe sacrificato la propria vita e in quell’occasione, la svolta è stata rappresentata dal suo aggrapparsi alla volontà di vivere, dal suo inseguire il barlume di speranza rappresentato dai propri compagni. Rufy non aspettava altro che una richiesta d’aiuto.

Tutto questo è da contestualizzare con il fatto che all’epoca era necessario rafforzare il legame tra Robin e la ciurma, cosa che, ovviamente, parlando di Sanji, non è necessaria a questo punto, così avanti nella storia. Rufy non attende una richiesta d’aiuto, Rufy aspetta il ritorno del suo compagno. Non c’è bisogno di una conferma da parte di Sanji, né di un esplicito SOS.

L’evoluzione psicologica di Robin era una questione centrale all’epoca, il completo abbandono nelle mani dei suoi amici era fondamentale. Adesso ciò che è fondamentale è la definitiva distruzione dei fantasmi del passato di Sanji , così che possa tornare con la ciurma. Ed in questo caso la svolta è stata incarnata da Pudding, dalla conoscenza dei reali piani di Mom, dunque da una serie di agenti esterni. E’ in questo che Oda, secondo me, si è discostato parecchio dal precedente filone narrativo. Per fortuna…non ce l’avrei visto un Sanji incatenato in lacrime che grida “Voglio Vivere”…ci vedo più un Sanji che torna a casa tra uno schiaffo di Nami e l’altro.

Nami D.

  

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