SATURNO VINSMOKE

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Il pittore spagnolo Francisco Goya dipinge, nel 1820 circa, la figura di Saturno intento nel divorare uno dei suoi figli.
È l’antico mito greco di Crono che, per paura di essere spodestato, decide di nutrirsi delle sue stesse creature; l’unicò che troverà salvezza sarà Zeus/Giove, il quale appunto diventerà il padre di tuti gli Dei dell’Olimpo.

Perché é possibile un’analogia con Judge Vinsmoke? Adesso cercherò di spiegarmi. 
Il sovrano del regno Germa 66 sceglie di trasformare i prori figli in macchine senza emozioni, incapaci di disobbedire a qualsiasi suo ordine: è il trionfo del non umano, in un certo senso la morte è quasi dietro l’angolo. 
Fatta eccezione di Sanji, gli altri sono certamente soldati perfetti, ma non esseri umani, non in grado di metabolizzare emotivamente situazioni, cose o persone; rimangono all’esterno dei rapporti, galleggiano sulle circostanze in maniera tale da poter agire sempre con il massimo distacco ed efficienza. 
Judge si dimostra essere così un uomo, meglio ancora un padre-padrone, vincolato strettamente alle logiche di forza, al sistema meccanico ed asettico della violenza militare, una dimensione nella quale nulla è concesso, se non la potenza. Ossessionato dalla possibilità di comandare, dalla sete smodata di potere, ha deciso (in netto contrasto con la moglie) di creare quelli che difficilmente possiamo definire veri e propri “figli”: sono in realtà suoi strumenti, li possiede completamente, li sfrutta per aumentare la propria importanza politica. 
Sanji allora come si inserisce in questo scenario? 
Il flashback del cuoco ci è stato parecchio d’aiuto per capire: l’infanzia difficile, l’allontanamento dal resto della famiglia. 
Viene relegato al margine del sistema Vinsmoke perché considerato come una sorta di minaccia.
Sanji rappresenta il mondo genuino delle emozioni e delle idee umane, capace di ottenere una rivalsa importante su quel freddo corpo di ferro che è il sistema della violenza. 
Sanji è il figlio non divorato, Zeus pronto alla vendetta (o forse al perdono). 

– Il Canterino – 

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