Uno dei “difetti” che generalmente viene attribuito a OnePiece è, da sempre, il fatto che può anche esploderti una bomba in faccia, caderti un fulmine addosso, sbattere il mignolino su un mobile, ma tu non morirai mai, MAI, M A I, a meno che tu non sia in un flashback, diventi una ciambella troppo abbrustolita o ti spappolino mezza faccia.
L’elenco delle morti scampate dal presunto “buonismo” di Oda è lungo in maniera imbarazzante. E se in certi casi era necessario evitarle, perché le vittime sarebbero dovute essere personaggi chiave nella storia, talvolta ci si trova davanti a dei miracolati assolutamente secondari, la cui dipartita non avrebbe condizionato più di tanto il prosieguo della narrazione (ogni riferimento a Pell è puramente casuale).
[Che poi magari quello pseudopollo uscito da un gaypride avrà un ruolo chiave nel Reverie, chi lo sa…]
Le “uniche” due morti avvenute durante il “presente” di OnePiece che hanno davvero drasticamente alterato lo sviluppo dell’opera stessa – mi riferisco ovviamente a quelle di Portoghese D. Asso e Edoardo Nuovocancello – erano davvero inevitabili. L’una ha segnato il decisivo cambiamento nel protagonista che gli ha permesso di “diventare grande”, l’altra ha determinato l’apertura di una nuova era nel mondo uanpissoso. Insomma, da predestinato sbarbatello che andava in giro nella parte tranquilla del mondo ad abbattere Flottari, agenti di servizi segreti ventriloqui, rapper con deliri di onnipotenza e chi più ne ha più ne metta, Rufy, dopo Marineford e il timeskip, si trova catapultato in un mondo in cui gli equilibri politici sono sul punto di spezzarsi da un momento all’altro, con una consapevolezza di sé e dei propri mezzi abissalmente più profonda di prima (ma sempre la solita testa di cazzo). Grazie alla scomparsa di quei due pezzi da novanta, e a tutto ciò che queste hanno comportato, diventare Re dei Pirati non è più il sogno di un bimbo troppo ambizioso, ma un obiettivo che, man mano che la storia prosegue, noi lettori vediamo sempre più nitidamente; tanto che ora, esaminando la situazione dall’alto, il gommoso è uno dei candidati più plausibili, se non il primo, al trono che fu di Roger.
Da grande artista quale è, Oda è riuscito a far coincidere due morti “vitali” per l’opera (da un punto di vista meramente metaletterario) con delle scene dal valore sentimentale e umano elevatissimo. Ricordo bene le differenti emozioni che avevo provato davanti a quelle morti; se con quella di Ace a prevalere era solo ed esclusivamente la pura commozione, nel caso di quella di Barbabianca c’era in me un misto di stupore, ammirazione, confusione che sfociava in un “oddio, e ora che minchia succede?”.
Preso atto di ciò, guardando avanti a come ipoteticamente potrebbe proseguire la storia, non posso fare a meno di pensare che in futuro alcuni personaggi sarebbe bene che muoiano. Non solo per esigenze di trama, ma anche perché in qualche modo, una volta terminata la storia, loro si meriterebbero una “bella morte”, e non di finire nel dimenticatoio che è quel mappazzone di personaggi che vissero per sempre felici e contenti. Avete presente quando un allenatore fa sostituire un calciatore che ha segnato una tripletta solo per fargli prendere la standing ovation del pubblico? Non vuole davvero togliere il giocatore dal campo, vuole solo dedicargli un momento in cui è solo ed esclusivamente lui il protagonista della partita, attribuirgli il giusto “premio” per ciò che ha fatto. Perché per un bel personaggio, come forse per ognuno di noi, avere una bella morte è uno dei premi migliori che si possano desiderare.
[Rullo di tamburi… e il vincitore del premio “Best frase pseudofilosofica a cazzo dell’anno” è… Truccatore!]
I primi tre nomi che mi vengono in mente pensando a una cosa del genere sono loro: Shanks, Aokiji e Jinbe. Ovviamente si tratta di personaggi considerati “buoni”: in moltissimi casi, infatti, le morti dei “buoni” sono molto più artisticamente valide di quelle dei “cattivi”. Badate, si tratta di personaggi che apprezzo molto – Kuzan in particolare è tra i miei preferiti in assoluto. Non vorrei che morissero per lo stesso motivo per cui vorrei che un Franky qualunque schiattasse (possibilmente con della coca-cola alla cicuta); vorrei che morissero perché si meritano questo tributo.
Ve lo immaginate quanto sarebbe “bella” una scena in cui Rufy, per un soffio, non riesce a rivedere Shanks per ridargli il cappello, ma arriva quando è già troppo tardi? Magari dopo che è stato ucciso proprio da Barbanera. E una volta sconfitto Teach – perché purtroppo inevitabilmente accadrà, anche se sarà per sempre lui l’unico vero Re – Rufy tornerebbe a casa e lascerebbe il cappello sulla tomba di Shanks, o lo metterebbe in testa al (presunto) figlio di lui e Makino. Sorriso di Rufy, fine di OnePiece. Forse un po’ banale, ma di grande effetto, non trovate?
Ora, non penso che Jinbe morirà in questa saga. Però mi piacerebbe. Lo stimo molto, trovo davvero toccanti alcune sue azioni e parole, ma stimerei ancor di più Oda se lo uccidesse.
Oltre alla bellezza “artistica” che potrebbe avere la sua scomparsa, ci sono altre ragioni che mi portano a desiderarla, ragioni più “strutturali” se vogliamo.
Innanzitutto, renderebbe giustizia alla fama degli Imperatori. Nonostante manchino anni e anni alla conclusione di OnePiece, siamo alle battute finali dal punto di vista temporale. Big Mom è uno degli ultimi nemici che affronterà Rufy, una dei più formidabili, con un potere spaventosamente più grande di tutti gli avversari che il gommoso si è trovato ad affrontare di persona. Finora però, da quel che abbiamo concretamente visto, gli Imperatori non hanno dimostrato fino in fondo la terribile fama che hanno. E l’uccisione di un ex Flottaro, ex alleato di un altro Imperatore, perché ha osato rivoltarsi a Mama, sarebbe una prova finalmente tangibile del divario tremendo tra Yonko e tutti gli altri. Arrechi un danno alla Mammona? Chissenefrega se eri uno Shichibukai e te la facevi con Barbabianca. Schiatti. Perché è giusto così. E’ la legge del Nuovo Mondo.
Inoltre, l’ingresso di Jinbe in ciurma, a mio parere, ne romperebbe gli equilibri. Si tratta di un personaggio fortissimo, che ha combattuto alla pari con Ace per cinque giorni ininterrotti; Ace era ancora inesperto, certo, e il pescione è invecchiato, ma dubito che la sua forza si sia ridotta molto. A Marineford ha steso in un batter d’occhio Moria e ha resistito contro Akainu. Stiamo parlando, insomma, di un eventuale compagno che ora come ora sarebbe quasi forte come il capitano.
[Per prevenire eventuali polemiche che esulerebbero il senso dell’articolo, preciso il “quasi”. QUASI].
Insomma, il “monster trio” diventerebbe un “monster quartet”. E chissà quali siparietti comici dovremmo sorbirci, povero Jinbe…
Infine, la scelta di far entrare Jinbe in ciurma sarebbe, secondo me, una grande contraddizione con una delle tematiche cardine di OnePiece, ovvero il ricambio generazionale, il rottamare, il nuovo che prende inevitabilmente il posto del vecchio. Lungo tutta la storia questo concetto è ribadito un’infinità di volte. Sembra costantemente che Oda ci voglia dire “questo personaggio ha fatto il suo tempo, ora tocca a quest’altro”. Garp, Sengoku, Rayleigh, Barbabianca erano tutti pezzi grossi dell’”Era di Roger”. Alcuni di loro erano ancora importanti nel pre-timeskip. Ora non contano una bega. La Marina ha trovato un nuovo Grandammiraglio, e morto un Imperatore se n’è fatto un altro. I tempi sono cambiati. Jinbe, nella ciurma di Rufy, sarebbe un pesce fuor d’acqua.
[Altro rullo di tamburi… Il premio “Best battuta di minchia del lustro” va … ancora a Truccatore!].
Jinbe è un rappresentate di spicco dell’era passata. Con il suo passato nei Pirati del Sole e il suo legame profondissimo con il suo (morto) capitano Fisher Tiger, la posizione di prestigio ricoperta per anni come alleato del Governo Mondiale, l’amicizia con Barbabianca (morto) e il suo (morto) comandante Ace, insomma, con tutto ‘sto bagaglio di storia che si porta appresso, Jinbe sarebbe legato a troppe figure del passato per far parte dei “nuovi”, e sarebbe di uno spessore assolutamente non paragonabile a Rufy e alla sua ciurma. Perché per quanto Rufy abbia fatto una marea di casini, come quasi nessuno mai, in fondo agli occhi dei “potenti” del mondo lui resta un pivellino. Mentre il pescione ha una fama costruita su anni e anni di eventi e azioni.
Per forza e fama, Jinbe rischierebbe quasi (QUASI) di eclissare Rufy stesso. La sua ciurma farebbe un salto di qualità pazzesco, rapportabile quasi (QUASI) all’acquisizione della flotta dopo Dressrosa, con la differenza che lì la notorietà è “ben distribuita” tra i vari comandanti delle diverse flotte, che comunque non sono la ciurma di Rufy in senso stretto, mentre Jinbe sarebbe uno solo e sarebbe dentro. Fortissimo, ma scomodo. E farlo morire, dunque, potrebbe essere un pretesto – drastico se vogliamo ma verosimile – per prevenire questa futura difficoltà di gestione dei rapporti che Oda potrebbe avere.
E voi, cosa ne dite? Pensate che abbia sparato un mucchio di stupidate, o trovate che io abbia ragione in qualcosa? Vorreste veder morire qualche altro personaggio, o non vorreste vedere quelli che ho detto? Discutiamone nei commenti!
– Truccatore