POPOLO DELLA D.
Bentornati con il vostro caro Andre D.Elia.
E bentornati anche con un nuovo “Trespondendo”, la rubrica in cui provo a rispondere a tre questioni irrisolte aperte o continuate dal capitolo che analizziamo. L’obiettivo principale è quello di far ragionare voi sui miei tre interrogativi per far nascere nei commenti interessanti discussioni e spunti di riflessione.
Ripeto: per far nascere nei commenti interessanti discussioni. Lo ripeto con forza, perché è di vitale importanza per me, sia per vedere il vostro responso, che per migliorarmi a livello di scrittura e di “idee”, chiamiamole così. Perciò, vi aspetto nello spazio apposito.
Fatta questa noiosissima, seppur fondamentale, premessa, iniziamo.
Trespondendo #889: Una Mama sconosciuta
Oltre ai soliti punti di cui mi occupo in ogni “Trespondendo”, voglio soffermarmi sul titolo del capitolo. Mi sembra anche simpatico – mettiamola su questo piano – commentare insieme il nome scelto da Oda per il capitolo (traduzione permettendo)
Credo che sia un titolo abbastanza azzeccato, e andremo dopo ad analizzare per bene la situazione inerente la Mammona. Questo singolare dimagrimento la rende irriconoscibile agli occhi dei suoi stessi figli, che mai prima d’ora si erano confrontati con una crisi alimentare di tale portata, che ha cambiato radicalmente la persona di Big Mom.
Apro una piccola parentesi: i corpi di Big Mom e di Rufy sono diversi da quelli di normali esseri umani, poiché l’apparato digerente non lavora come il nostro. Come disse Marco durante la guerra di Marineford, riferendosi al corpo di Teach, “il suo è un corpo speciale”. Ovviamente lì si parlava di controllo del Frutto del Diavolo, ma secondo me esistono, oltre a esseri dotati di poteri sovrumani (vedi Rufy, Zoro, Sanji e così via), corpi speciali con delle caratteristiche particolari, non legate esclusivamente al cibo.
Rufy e Big Mom hanno un corpo molto particolare, che può essere ricondotto a questa tipologia di esseri. Ma questa è solo una mia osservazione e spiegazione razionale a eventi che razionali non sono.
Andiamo avanti, per parlare del piccantissimo capitolo di oggi.
1) Dopo la sua presentazione al Tea Party, assistiamo nuovamente al potere del frutto Hoya Hoya di Daifuku: il suo corpo può essere immaginato come una lampada che, se strofinato, evoca una creatura che combatte al suo posto. Il genio, una volta evocato, chiede al padrone che cosa desideri.
Ciò mi fa pensare (sì, a volte io penso): è un genio dotato di poteri magici? Credo che semplicemente sia una creatura che OBBEDISCE agli ordini di Daifuku, e ordini è da intendire come sinonimo di desiderio. Perciò, esaudire il desiderio vuol dire obbedire a un comando.
Penso questo perché sembra sia dotato solamente di una forza sovrumana e non di particolari poteri magici; se li avesse avuti, al comando :”Distruggi Carrot”, un normale genio della lampada non avrebbe risposto distruggendo metà flotta, ma usando qualche artificio per fermarla.
2) È veramente Natale, perchè è avvenuto un miracolo: quello che pensavo sul Suron si è rivelato esatto. Molto strano
Nel terzo punto del Trespondendo #888, ho affermato che il Suron è una tecnica conosciuta da tutti i Visoni, ma controllata da alcuni per un certo lasso di tempo; superato questo, si perde ogni forma di controllo e non si riesce più a distinguere un alleato da un nemico. E il buon Jinbei mi ha dato completamente ragione.
Ha inoltre aggiunto una nota non di poco conto: se dovessero lottare tutta la notte, non riuscendo a controllare questa forma, morirebbero stremati.
Quindi, qual è veramente il piano di Inuarashi?
Nello scorso capitolo, infatti, in un flashback, il duca ha detto che nel prossimo scontro con i pirati di Kaido, i Visoni avrebbero mostrato al mondo la loro vera natura. E se poi perdessero tutti il controllo, fino alla morte? È un piano piuttosto rischioso. Ci deve essere per forza sotto qualcosa, una diversa forma del Suron, ma controllata, che li renda consci del rischio di morte, può essere un valida pensata.
In battaglia infatti può accadere che, presi dalla foga, non ci si accorge del passare del tempo. È questo diventa un errore se si rischia la vita combattendo. Carrot si è dimostrata molto astuta, evitando uno scontro diretto, e lasciando gli avversari in balia delle onde.
Mi piace però pensar questa trasformazione di animali (i Visoni, alla fin fine, sono animali pensanti e parlanti) come un passaggio dall’animalità controllata a un’animalità senza freni, causata dalla visione della Luna piena, nei secoli sempre simbolo del lato oscuro delle persone, del lato nascosto, e quindi del lato, a volte, più pericoloso.
3) Riprendo adesso il discorso che ho lasciato in sospeso con l’analisi del titolo del capitolo. Big Mom appare visibilmente stanca e affaticata, ma ciò non determina una diminuzione delle sue capacità, quanto un momento di lucidità e un aumento considerevole della sua pericolosità, che la porta a essere la priorità della ciurma: richiamando Prometheus e Zeus, e impugnando Napoleon, si lancia sulla Sunny per riprendersi la sua torta, che scopre non esserci.
E a questo punto, Jimbei incita i suoi ad abbandonare la nave.
Perché il Cavaliere del mare pronuncia parole così vigliacche? Non è ovviamente la paura di affrontare Big Mom, che Jimbei – ricordo – non teme affatto, ma, secondo me, è un piano dell’Uomo-Pesce che lo porta a dire ciò. Ora, le strade sono due:
- Jimbei affronta direttamente Mama, guadagnando tempo
- È ora di rivedere i Pirati del Sole o, addirittura, la Germa 66
La Sunny non verrà in alcun modo affondata, assolutamente no. È la nave che porterà Rufy sull’Olimpo dei pirati, e Jinbei non lo permetterà, così come non permetterà che alla sua nuova ciurma sia torto un capello.
Ma mi sorge anche una seconda domanda: quanto riuscirà Big Mom a resistere in questo stato? Può essere che stanca come è non sia forte come suo solito, e quindi affrontabile da Jimbei o da un numero considerevole di persone. Forse l’arrivo di Sanji è ormai prossimo.
Infine, voglio chiudere dicendo che non ho citato nei miei tre punti la discussione tra Sanji e Bege a bordo della “Nostra Castello” (qualcuno me la regali per Natale, quanto è bella) non perché fosse un argomento irrilevante – anzi, lo ritengo il migliore del capitolo, e proprio per questo lo voglio citare alla fine – ma perché non mi pongo nessuna domanda, in quanto Sanji, quando parla, ha sempre la risposta pronta.
Innanzitutto abbiamo la conferma – come ho detto nel punto 2 del Trespondendo #885 – che sarà l’abilità in cucina di Sanji a incontrare Big Mom, e non un sonnifero o un veleno, poiché andrebbero non solo a intaccare il lavoro, o meglio, l’opera del nostro cuoco, ma di certo non risolverebbero il problema, perché non basterebbero per una persona del calibro dell’Imperatrice.
Inoltre Sanji non solo delizia i cuochi e lo stesso Bege con la sua creazione, ma delizia anche noi lettori con le sue parole e la sua sfrontatezza (in senso positivo). “Sazierò chiunque sia affamato”; così come Zef fece con lui, così come poi lo stesso Sanji fece con Gin, allo stesso modo a Whole Cake Island, contro un Imperatore, la missione del cuoco non cambia: seppur si parla di un nemico, seppur si rischia la morte, l’obiettivo di un vero cuoco è unico, sfamare chi ha fame. Certo, un finale a “taraddhi e mieru” (tarallucci e vino, secondo il mio dialetto), come tutto ciò fa supporre, non è l’ideale per questa saga, ma non è detto che Oda le riserverà questa fine.
Non solo vi sfido a scoprire di che dialetto si tratta, ma vi aspetto nei commenti per leggere i vostri riguardo quest’articolo.